“Halo”, racconto inedito su Weird Tales Italia 3

Dopo 3 anni, da “Anobium” per l’antologia Sanctuary, sono tornato di nuovo a cimentarmi nel racconto.

Halo“, un racconto di genere weird, sarà contenuto nel prossimo numero della rivista Weird Tales Italia, in uscita questi giorni.

Scrivere racconti è dannatamente difficile, ma anche divertente. Ve ne parlerò, in dettaglio, appena la rivista sarà aquistabile.

Come avete capito dal mio silenzio, siamo alle ultime battute di editing del mio prossimo libro, quello a cui tengo più in assoluto.

Buon venerdì, ci sentiamo come sempre su Twitter.

Scrivere per ragazzi

Spesso, durante le presentazioni e interviste, una delle domande più frequenti riguarda proprio il mio bipolarismo da scrittore. Romanzi per ragazzi, come Evelyn StarrEstasia, e romanzi per Young Adults, come Nemesis o Gothica.

Cosa preferisco? Difficile dirlo. Senza dubbio mi sento più vicino al genere rivolto agli Young Adults. Non so darvi un motivo preciso, forse per la mia vena più cupa e costantemente pseudo-depressa, forse perché posso più liberamente presentare scene più crude o temi più complessi. Certo, nessuno mi impedisce di trattarli anche nei romanzi per più piccoli e in un certo qual modo l’ho già fatto. Ma è dannatamente difficile. Si cammina su un campo minato: troppo didascalico, troppa metafora, troppo esplicito. Oppure, ancora peggio, si rischia di semplificare dei concetti che invece sono chiarissimi per i giovani, rischiando di cadere nella banalità.

Non è facile, proprio per niente. Ve lo assicuro.

Però.

Scrivere romanzi per ragazzi dà delle bellissime soddisfazioni. La prima su tutte è proprio il rapporto con i lettori. Così genuino, immediato, vero. Non ci sono schermi, tabù, vergogne. Non ci sono invidia, cattiveria, superficialità. C’è solo l’amore per un libro e per una storia che ti ha catturato.

Queste sono state le sensazioni che ho provato durante l’ultimo incontro alla Feltrinelli di Latina, con una quarantina di alunni delle classi elementari, più le maestre, i genitori e passanti. Un evento organizzato tramite l’associazione Chimera.

Ragazzi fantastici, con i quali mi sono sentito subito a mio agio. Ed è stato bello discutere con loro, parlare dei personaggi, dei momenti più particolari del romanzo. Una grandissima soddisfazione, difficile da ripetere quando il pubblico è più adulto.

Grazie ancora a tutti.  Per l’affetto e per il sostegno. Per me è adrenalina pura, energia per continuare a scrivere storie sempre più belle.

Vi lascio infine i link delle gallerie fotografiche:

Foto presentazione Latina

Foto dei disegni realizzati dai ragazzi e ispirati a Evelyn Starr

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Aggiornamenti

Sono sempre vivo, eh. Rapido post, indolore o quasi.

Sono alla seconda stesura del libro – sì, avete capito quale – che uscirà a maggio. La seconda stesura da revisionare con l’editore, dopo le quattro o cinque che ho già fatto precedentemente. Una revisione più leggera, ma comunque impegnativa e che assorbe ogni mio momento libero.

Poi ritornerò sul pezzo, promesso. Per adesso la priorità è chiudere questo libro. Nel migliore dei modi.

Per me, per voi.

I Self-Esordienti con iBooks

Ci siamo. Ce lo aspettavamo, ed è successo. Il contrattacco Apple verso Amazon. La battaglia del self publishing che aiuterà gli esordienti a bypassare le case editrici e a diventare famosi su tutto il globo.

Devo davvero commentare e ribadire le solite cose? Forse no. Devo sottolineare, per l’ennesima volta, l’american dream di un self publishing che non porterà a nulla, né realizzerà il sogno di diventare dei veri scrittori? Meglio di no. Devo ripetere, ancora e ancora, che la strada della scrittura è in salita, piena di buche, di gomiti fratturati, di ostacoli, di errori, di mento sbattuto al suolo? Mi pare inutile.

Eppure, chissà, sarebbe utile. Perché come sempre il desiderio della via più semplice luccica più dell’idea di seguire la strada maestra, quella più vecchia e consolidata, quella più difficile. E’ più facile rifugiarsi nell’idea dei complotti massonici delle CE, nella certezza dell’impossibilità di raggiungere un grande editore perché non abbiamo santi in paradiso, e adagiarsi nell’idea che il nostro libro avrà un successo clamoroso grazie al self-publishing. Da quel momento, con il nostro bellissimo CV, saremo pronti a distruggere il mercato.

Ma non sarà così. Purtroppo le stelle americane sono per l’appunto comete. Comete che non passeranno in Italia, dove le abitudini sono molto diverse, tanto più chi usufruisce degli ebook.

Ora, però, si ritorna sempre al rovescio della medaglia. Se è solo una prova, un self publishing cosciente, se non è l’illusione di un punto di partenza, non c’è nulla di male. Ma poi, come sempre, per diventare scrittori servono due fattori fondamentali: avere la stoffa – quella innata, che nessuno ti dà – e la volontà di migliorarsi. Volontà che implica tanta fatica ed editor bravi che ti aiutano a superare i tuoi limiti. Questa è la strada che consiglio, ma non sono affatto contro il self-publishing se seguito con cognizione di causa. Sono contro alla mera illusione.

Poi c’è il self publishing. Poi c’è anche iTunes Author. Così, tanto per tornare sul concreto, vi fornisco qualche dettaglio, sperando che vi siano d’aiuto:

– creare un account iTunes Connect (non valgono quelli precedenti di developer)

– chiedere un codice EIN USA

– ricevere il codice e inserirlo in iTunes Connect per la creazione dell’account

– Firmati i contratti, si procede con iTunes Producer per la creazione dell’iBooks

– occorre richiedere codici ISBN su  ISBN.it (somma iniziale di 36,3 € + 3 € per 25 codici/25 libri)

– si passa all’approvazione su iBooks, e questo sarà l’unico canale di vendita.

– Apple si magna il 30% delle vendite

Procedura rognosa e burocratica. La domanda, però, è un’altra. Occorre chiedersi cosa vogliamo ottenere.

Buon fine settimana.

Un party di terrore

Siamo già a venerdì. Settimana più veloce del previsto.

Comunicazione flash, per chi è di Roma e dintorni.

Domani, alle ore 19, sarò presente all’evento che vedete a sinistra “Terrore italiano Horror Party” e già il nome mi spaventa. Comunque, il mio intervento riguarderà principalmente la mia produzione gotica, il mio racconto “Halo” presente sul prossimo numero della rivista Weird Tales, ma anche qualche indiscrezione sul mio prossimo libro che uscirà a maggio.

Verba volant, quindi si sparlotterà anche di quello.

Scapperò alle 21 per un impegno, ma ci saranno molti altri interventi che potete visionare con tutti i dettagli QUI.

Un buon week end, mates.

Sul fantasy. Sugli esordienti. Sui perché.

Mi capita spesso di leggere manoscritti di esordienti. Non più in maniera privata perché non ho più tempo, ma per agenzie ed editori. Ecco, alcune volte rimango basito. E non poco.

Un esempio di sinossi.

Il libro parla di un mondo parallelo, con riferimenti alle note saghe di Tolkien e al mondo del medioevo. Dopo un lungo periodo di pace, il mondo di *** sta per essere devastato da una terribile guerra. Il Re *** ha appena perso il suo primogenito a causa di una grave malattia, i regni confinanti sono pronti ad attaccarlo per ottenere il suo potere. Quando la principessa *** viene rapita dal temibile ***, la guerra si scatena. Il Re allora stipula un patto con lo stregone *** affinché lo aiuti a vincere la battaglia contro ***, il figlio del Re del Male. Ma quest’ultimo ha mezzi ben più terribili per spazzare via il potere di ***, grazie a un esercito forgiato dalla magia nera del Signore dei Draghi ***. La principessa rapita, però, presto si innamorerà del nipote di ***, e le sorti della battaglia si ribalteranno ancora una volta, fino all’imprevedibile finale.

Me lo sono inventato, ovviamente. Sostituite agli *** le parole più incomprensibili e impronunciabili che vi vengono in mente. Aggiungete qualche altro sprizzo di fantasia, se ci riuscite. Alla fine otterrete una delle centinaia di sinossi che arrivano agli editori ogni giorno.

Ecco, adesso domandatevi perché un libro così non funziona, e perché viene cestinato senza neppure aprire la prima pagina.  Spesso rinunciando a notare come magari l’autore era bravo, almeno a livello stilistico. Eliminate per un momento, se ci riuscite, ogni preconcetto di complotto, mazzetta, spinta e armageddon. Perché, vi assicuro, ci sono agenzie ed editori che farebbero salti mortali per trovare una storia nuova, fresca, diversa.

A questo punto chiediamoci se quest’autore ama il suo stesso libro. Perché, come sarebbe ovvio e giusto, uno scrittore dovrebbe scrivere ciò che gli piacerebbe poter leggere. Ora, vista la mole di romanzi di questo tipo, ne segue un bacino immenso di lettori di fantasy classico, high fantasy, S&S. Chiamatelo come vi pare. I numeri in libreria, eccezion fatta per Martin e pochi altri, non confermano questa tendenza. Tutt’altro. Quindi, se 1+1=2, questi esordienti scrivono un genere che poi non leggono (oppure, cosa ancor più frequente, non leggono proprio). Infine (della serie al peggio non c’è fine) sarebbero portati per il thriller o il chicklit, ma un’essenza ultraterrena gli ha fatto credere che il fantasy venda.

Prescindendo da logiche di mercato e di moda di generi e sottogeneri, diverse cose non tornano. Sono più propenso a pensare che ci sia un deficit di amore per  la propria storia. Deficit o totale assenza. Siamo alle solite, quindi. L’illusione di una fama o di una ricchezza. L’inganno dei media che spingono a credere al successo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, di Harry Potter o di Twilight. Spingono a un’emulazione con una storia che non gli appartiene.

Ed ecco il disastro.

Rovescio della medaglia. In un periodo in cui trovare una collocazione per l’high fantasy è molto, molto difficile, è anche sbagliato negare l’esistenza di autori che amano questo genere. E che potrebbero scrivere storie davvero interessanti. Una possibilità che però sarebbe potenzialmente negata da un fattore commerciale, e di pubblico. Il consiglio, in tal caso, è di attendere. Lasciare il romanzo nel cassetto, se veramente lo riteniamo valido, rifiutare pubblicazioni a pagamento. Aspettare che torni la buona luna. Perché l’editoria funziona così, basta guardarci attorno. Tipo una sinusoide.

Ma, prima di tutte queste congetture (che tali sono e tali restano) serve forse un esame di coscienza. In primis, scritto lo scheletro di una storia, dobbiamo domandarci se siamo stati onesti. Se questo è il primo libro che compreremo appena varcata la soglia di una libreria.

Già. A proposito. Perché di questi tempi entrare in libreria sarebbe già un bel passo in avanti.

Intervista su Weird Tales

Ferie agli sgoccioli, lunedì si torna a lavoro. Prima di augurarvi una buona Befana, tanto per continuare a mettere su ciccia e carie, vi lascio il link a un’intervista apparsa oggi sul sito di Weird Tales Italia.

Si discute sul fantasy, nostrano e non, con qualche anticipazione sui miei progetti per il 2012.

Sempre per Weird Tales Italia, la rivista cartacea stavolta, presto uscirà un mio racconto per l’appunto di genere weird. Stay tuned.

LINK INTERVISTA