Intervista Wings of Magic, live from Rome

Giovedì sera ho fatto una nuova intervista, questa volta per il portale “Wings of Magic”. In genere le interviste si “scambiano” per mail: ricevo le domande,  rispondo e invio. Invece la redazione di WoM ha preferito incontrarmi di persona in un bar di Piazza Bologna, a Roma, per scambiare due chiacchiere sui miei libri e sul fantastico in generale. A parte il piccolo registratore che lampeggiava sopra il tavolo, l’intervista è stata piacevole e divertente, tra un prosecco e l’altro.

Con la redazione WoM (Marco Accordi Rickards e Giovanna Vizzacaro), è in progetto una tavola rotonda al Mantova Comics, il 28 febbraio. Resta confermato l’appuntamento con Cecilia Randall il 1 marzo.

Presentazione e "Proriginum" Party

Eccoci qua, con un po’ di ritardo, a tirare le somme del week end. Come sapevate, sabato scorso c’è stata la presentazione di Prodigium a Roma, ospitati dalla Libreria Giunti
E’ stato un evento molto divertente e ben riuscito, grazie  alla bravura di Marco Davide, autore della trilogia Lothar Basler, e di Pamela Fornari, incredibile in questa (credo) sua prima esperienza come intervistatrice, “al di là della barricata”. Come sempre è stata una presentazione in cui mi sono sentito pienamente a mio agio, dove non sono mancate domande pungenti, spoiler sui miei prossimi libri, anticipazioni sulle produzioni di Marco Davide, nonché qualche battuta simpatica. Un grazie quindi a Marco per la sua disponibilità, un doppio grazie a Pamela per le domande (comprensive di uno schema dettagliatissimo dell’intero libro Prodigium, ti prego spediscimelo via email che sarà un salva-vita per P2!) e per il regalo di Natale, il peluche Bolak che vedete nella foto.
Come sempre, troverete le foto nei vari siti di FaceBook e nella mia galleria Facebook, opportunamente sottratte qua e là :).
 Dopo la presentazione, con una decina di amici ho trascorso la serata al Ketum Bar. Una serata che è finita più o meno come mi aspettavo, con il tasso alcolico decisamente (!!) hum… sopra la norma. Beh, vi dico solo che abbiamo inventato un nuovo cocktail, il “Proriginum“,  un miscuglio indecente di superalcolici. Ovvio, la barista non sapeva che cosa era un Proriginum, per cui abbiamo inventato una mistura di Rum, Vodka e Gin. Mi ricordo che, mentre preparava il cocktail, ci guardava di sottecchi, mormorando: «Ne siete proprio sicuri?»
Bene, con questa presentazione finiscono gli eventi del 2008. Vi anticipo che nel 2009 sarò meno presente a giro, e mi limiterò alle manifestazioni e fiere (salvo rare eccezioni). Inizia a essere stressante girare per le librerie, fare kilometri, organizzare il tutto. Per un po’ mi concentrerò sulla scrittura.
Ci rivedremo infatti a Mantova 2009, probabilmente con due eventi.
Il prossimo post, invece, sarà dedicato a Estasia 3.

Vi lascio infine un’altra recensione di Prodigium, su DilkiTime

Intervista su FM

Stavolta niente intervista di pressbook, ma una completamente inedita.
Se riuscirete a raggiungere la terza pagina, divertitevi a capire l’ultima domanda, in cui mi viene chiesto cosa ne penso di Tolkien, Rowling, Troisi e altri.

L’intervista è qui.

Legend

Ho consegnato Estasia 3 in casa editrice, con uscita in libreria prevista marzo/aprile dell’anno prossimo. La sensazione che ha accompagnato la chiusura dell’ultimo libro di Estasia è stata diversa dalle precedenti. Felicità e soddisfazione per come si è conclusa la storia, ma anche molta nostalgia. Lo so, il più grande errore che può commettere uno scrittore è affezionarsi ai propri libri, perché arriva sempre il momento di voltare pagina, cambiare genere e stile, affrontare nuove sfide. Cosa che ho fatto con Prodigium, ma che farò anche nelle mie prossime opere.
Insomma, l’era Estasia per me si è conclusa. Vi avverto, in questo libro ho fatto delle scelte drastiche e so già che qualcuno di voi storcerà il naso. Ormai sono cosciente che è impossibile “accontentare” ogni lettore, per cui il mio scopo è essenzialmente quello di convincere me stesso. Per adesso è tutto, ma torneremo su Estasia3 fra qualche mese, ve lo prometto, con il titolo e qualche piccolissima anticipazione sul mood del libro che (ormai l’avrete capito) sarà molto diverso dai due capitoli precedenti.
E adesso? Qualcuno di voi dirà: su, forza con Prodigium2!
Ehm… no. E’ troppo presto per dedicarmi al secondo capitolo di Prodigium, in quanto ancora non ho metabolizzato bene il primo. Ho diverse idee che mi frullano in mente e spunti per atmosfere un po’ più cupe e urban del libro che avete già letto.
Quindi, pausa? Beh, fra poco ci sarà l’editing conclusivo del racconto per Sanctuary, ma non occuperà molto del mio tempo. 
Ecco perché ho iniziato un nuovo libro, con il nome in codice (su, ci siete abituati) di “Legend“.
Ve ne avevo già parlato un po’ di tempo fa, è un progetto ambizioso perché è scritto a quattro mani (no, vi dico subito che non vi dirò il nome dell’altra persona finché il volume non sarà in mano all’editore. Quindi, mettetevi l’anima in pace. :))
Volevo sperimentare qualcosa di diverso e sono sicuro che confrontarmi con un altro punto di vista sarà molto stimolante e mi aiuterà a migliorarmi. Ho scritto lo storyline di questo libro circa un mese fa, e adesso che lo rileggo ne sono totalmente soddisfatto. Quando succede una cosa del genere per me significa solo una cosa: è un “go”, funziona.
Ecco perché proprio ieri ho iniziato a scrivere il prologo.
Ci saranno molto sorprese, stay tuned.

Il mestiere dello scrittore

Valberici, Naeel e anche Gamberetta hanno espresso recentemente la loro opinione sul tema scrittura come principale e unica fonte di lavoro. In particolare Gamberetta, fautrice del sacrosanto diritto di fruizione gratuita della cultura, riportò un esempio di un autore che, dopo essersi dedicato esclusivamente alla scrittura, non riuscì a mantenere il livello qualitativo delle sue produzioni. Su questo punto mi trova d’accordo, e spiegherò in seguito il perché.
Donc, riporto a proposito il mio particolare punto di vista che, tengo a precisare, è assolutamente soggettivo e deriva dalla mia breve esperienza. Un altro autore potrà dire l’esatto opposto, perché la sua crescita è stata magari diversa dalla mia.
1. Mantenersi economicamente con la scrittura è un’impresa alquanto difficile in Italia, specie nel fantasy che è un genere di nicchia. Non giriamoci tanto attorno, tutti noi a fine mese abbiamo mutui da pagare, bollette, condomini, assicurazioni, varie ed eventuali. Le percentuali sul guadagno dei libri (le famose royalties) sono in genere basse, per cui se l’unica fonte di reddito fosse la scrittura occorrerebbe una vendita di diverse decine di migliaia di copie per anno.
2. Se la scrittura fosse un lavoro, cambierebbe totalmente il mio rapporto con essa. E’ un concetto che ribadisco spesso durante le mie presentazioni. Attualmente interpreto la scrittura come un hobby (per quanto tremendamente impegnativo) e questo mi permette di viverla con sincera passione. Mi dà la possibilità di non scendere a compromessi, e anche di rifiutare offerte di case editrici intenzionate a stravolgere il mio libro pur di farlo rientrare in una loro paticolare (e discutibile) concezione editoriale (per chi ha apprezzato Prodigium, sappiate che mi riferisco proprio a lui. Se lo leggete così com’è, è proprio perché non sono sceso a compromessi). Se la scrittura fosse la mia unica fonte di reddito, sono sicuro che si trasformerebbe in un incubo, perché sarei costretto a fare di tutto pur di vendere una dannata copia. No, non mi voglio ridurre così, non lo accetto.
3. Adoro il mio lavoro. Ho studiato per 6 anni all’università, faticando non poco per avere una laurea in ingegneria, e non voglio mandare tutto a monte. D’altro canto, adoro il mio lavoro. Mi completa, mi realizza, mi soddisfa.
4. La scrittura è alienante. Scrivere non solo è faticoso, ma implica spesso la necessità di isolarsi dal mondo circostante. Io, di natura, sono un gran rompiballe. Ho bisogno di sfogarmi con gli altri, e di essere mandato puntualmente a quel paese. No, non posso vivere senza il contatto con i colleghi e Virgola, mi spiace dirlo, non sopperisce a questa necessità.
5. L’ispirazione è un fattore aleatorio. Se la scrittura fosse un lavoro, dovrei stabilire un planning di produzione, un po’ come ci racconta King nel suo famoso “On writing“. Bene, io non ne sono capace. Preciso che creo sempre uno storyline prima di iniziare la prima stesura, ma le idee migliori arrivano sempre “on the fly”, spesso sconvolengo lo scheletro che mi ero costruito a priori. L’ispirazione, la famosa lampadina accesa, arriva nei momenti meno aspettati. Mentre corro in palestra, mentre sono imbottigliato nel raccordo anulare. Se mi metto davanti un foglio bianco, vi assicuro che non scriverò una solo concetto sensato. Infine, non posso stabilire se la mia attuale “capacità di trarre ispirazione dal mondo” potrebbe subire cambiamenti o evoluzioni in futuro.
6. La scrittura necessita di tempo. Questo è il lato negativo di avere un lavoro che ti occupa per 8 ore al giorno, in quanto mi costringe a scrivere dalle 21 alle 2 di notte. Me ne accorgo in seconda stesura già dalle prime righe del capitolo, capendo se quella particolare sera mi ero “costretto” a scrivere seppur stanco e poco ispirato. La cosa più ovvia, direte voi, sarebbe quella di non mettersi fretta e scrivere solo quando si è realmente “in forma”. Beh, vi assicuro che è impossibile. Non tanto per un discorso tempistico (non crolla il mondo se il libro successivo esce dopo due anni invece che uno) il problema è la perdita di coerenza. Se la scrittura di un libro occupa un periodo troppo lungo, si incorre nel rischio di “dimenticare” particolarità della trama e dei personaggi, rendendo la storia disomogenea e trasformando la seconda stesura in un vero dramma.
Donc, non fate caso al fatto che nel 2008 (e probabilmente anche nel 2009) sono uscito con due libri. I tempi di pubblicazione non sono mai quelli di scrittura: Estasia 1 è stato scritto parte nel 1990 parte nel 2005, Estasia 2 nel 2006, Prodigium nel 2007 e Estasia 3 nel 2008.
7. Il processo migliorativo si evolve negli anni e nei libri. Un libro, per un motivo puramente ispirativo, necessita minimo 8 mesi per completarsi. Come dicevo nel punto precedente, l’ispirazione non arriva davanti a un foglio bianco. Se dovessi scrivere un libro in due mesi, la trama sarebbe qualcosa di insulso e piatto. Spesso infine c’è la necessità di documentarsi, Wikipedia aiuta ma non sempre è sufficiente.
Il processo migliorativo segue quindi un’evoluzione negli anni e nel tempo. E’ necessario un gap temporale per prendere atto dei propri errori, decidere le “strategie” successive, rischiare nuove sperimentazioni.
Beh, credo di aver espresso (quasi) tutto sull’argomento.

Back from Lucca

Lucca è stata un successo senza precedenti. 300-400 autografi di Estasia, vendite anche superiori visto che mi dovevo spesso assentare per raggiungere lo stand dove si trovava Prodigium. Due giornati sfiancanti, ma ricche di soddisfazioni. La fiera, di per sé, ha battuto ogni record, registrando 58.000 visitatori solo nella giornata di sabato.
Dunque, accanto trovate qualche foto (e a giorni posterò anche il video della presentazione), altre le potete trovare nel mio spazio Facebook.
Lo stand Curcio era davvero bello, con i roller di Estasia e di Lothar, e lavorare fianco a fianco con Marco Davide, Mario Labieni con la professionalità del team della casa editrice è stato davvero piacevole. Sono sttao felice di conoscere Massimo Bianchini, autore di una nuova trilogia fantasy (Nephandum) che Curcio lancerà il prossimo anno, più o meno nello stesso periodo di Estasia 3. Massimo è davvero una persona alla mano, e spero che possano nascere anche delle collaborazioni (che per ora non vi dico ;)).

A parte la sessione firme, che è durata due giorni non poche ore come avevo previsto, sono andate molto bene anche le due presentazioni, la prima con gli autori Curcio, la seconda con Cecilia Randall, sempre frizzante e allegra.Ho anche fatto cenno ai progetti del prossimo anno, tutti nuovi e molto interessanti. Bravissimo Mario Pasqualotto a condurre gli eventi ma, del resto, cosa ci possiamo aspettare dalla “miccia”? 🙂 Insomma, Mario è un vulcano di idee, e gli auguro davvero tanto successo, perché lo merita.

Preso dalla turbine della giornata, non ho potuto visitare a dovere la fiera ma, per fortuna, sono riuscito a salutare i colleghi scrittori come Antonia Romagnoli, Fabrizio Valenza, Giovanni del Ponte e Baccalario e anche amici del blog, come Mirtilla e Rob, ImpBianco, Seferdi, Kiachan. Grazie davvero a tutti!

Un ringraziamento, super_ultra_doveroso, a Fabio Labieni, Federica Ferrini ed Elio Scardaci, che mi hanno aiutato davvero tanto sopportandomi nei miei momenti di sclero.

Ma veniamo al punto. A prescindere da tutto quello che ho scritto sopra, Lucca è stata una rivelazione per un altro motivo. Per la prima volta, ho avuto un contatto con i miei lettori diverso dal solito. Tanto affetto che non mi aspettavo, persone che già avevano letto Estasia1 e venivano a congratularsi. Una sensazione forte, che non riesco a esprimere. Sorrisi, strette di mano, sguardi e anche un po’ di imbarazzo. Una ragazza mi ha riconosciuto fuori dell’albergo e mi ha fermato. Insomma, sono cose che non ho mai vissuto, un mondo del tutto nuovo. Perdonatemi se vi sembra una considerazione banale, ma la gioia vera di un solo lettore, quella che gli si legge negli occhi, vale 100 critiche negative su internet.

Un ringraziamento, infine, a tutti quelli che mi hanno inviato i commenti per Prodigium (email, sms, ecc…) e anche a Emanuele93, che ha postato qui le sue impressioni. Ci vediamo a Grosseto, fra 2 settimane.
Per adesso è tutto, ma vi racconterò presto di tanti altri progetti e incontri.