G* & Prodigium 2

Qualche aggiornamento sui progetti in corso d’opera.
Vi ricordate il simpatico G*, libro unico  a tematica new gothic / Cyberpunk? Bene, spedito all’editore e siglato il contratto. La data di uscita però non è proprio immediata, si parla di fine primavera 2010. Avremo tutto il tempo per riparlarne, è un libro davvero particolare, che mi ha fatto sudare sette camicie. Chiuso in seconda stesura, ne sono pienamente soddisfatto. Il che non mi fa né caldo né freddo, s’intende. Perché dopo un mese generalmente cambio totalmente idea e butterei tutto all’aria.
Andiamo invece su fronti… più vicini. Parliamo quindi del secondo e ultimo capitolo di Prodigium. C’è una notizia bella e una brutta. Quale volete sapere per prima?

G*

Ogni volta che termino di scrivere un libro mi sento totalmente svuotato. Sono finite le energie, finite le  idee. E’ una prima stesura, mi chiedo cosa troverò quando lo rileggerò e mi accingerò alla prima revisione. Mostri? Spero di no.
Per i primi due libri di Estasia la seconda stesura fu abbastanza drammatica. C’erano errori gravi, incongruenze e fu molto faticoso. Poi, con Estasia 3 e i due Prodigium, cambiai approccio. Due mesi per definire la trama, ai minimi dettagli, personaggi e storyline. Quando scrivevo un capitolo, di getto, lo rileggevo il giorno seguente per eliminare gli errori più grossolani. Beh, credo che ognuno abbia il suo metodo, ma questo modo di scrivere ultimamente mi sta aiutando molto.
Come sapete scrivo solo la sera, dopo cena, o il week end. Ho la necessità di avere le idee chiare, non trovarmi a punti morti o avere nodi di trama da sciogliere.
Insomma, così è stato anche per questo mio ultimo libro, che per adesso chiamo con la sigla “G*”.
E’ stata dura, lo ammetto. Ho affrontato un genere nuovo, biopunk commistionato con new gothic, molto meno fantasy del mio solito e forse più vicino al fantathriller.
Per ora G* va a riposo, per un po’. Poi, come sempre, seconda stesura.

Ecco, queste sono le tipiche anticipazione che dovrei evitarvi. Ancora deve uscire Prodigium 2 e già vi parlo di un progetto che vedrà la luce a giugno 2010.
Vabbé, so che manterrete il segreto. 😉

Another End

Qualcuno si potrebbe chiedere come mai i miei post sono diventati così sporadici ultimamente, visto che le ferie sono finite un bel po’ di tempo fa.
Semplice, mi sono dedicato anima e corpo a Prodigium 2 e, finalmente, oggi ho finito la revisione.

Insomma, il mio quinto libro è pronto per la stampa (ovvio, a meno di qualche revisione dell’ultimo minuto).
Per ora non ci sono cambiamenti in vista, come annunciato l’anteprima sarà al Lucca Comics, i primi di novembre. Nei prossimi mesi, come sempre, vi comunicherò il titolo e _forse_ l’anteprima della copertina che, come sapete, non sarà più disegnata da un americano ma da un illustratore italiano.

Infine, sempre _forse_  (e qui bello grosso), l’anteprima di un mio nuovo progetto (trilogia? Forse!) che partirà nel 2010.

Insomma, il silenzio era solo sinonimo di lavoro… sommerso 🙂

Intervista di MondoErre

Carissimi,
prima di lasciarvi per un lungo e meritato week end (e so già che vi rotolerete in spiaggia o in qualche prato di montagna), vi segnalo un’intervista di MondoErre:ù
I più attenti si accorgeranno che la cover di Prodigium 2 in realtà è uno scherzo che apparve sul mio blog per il pesce d’aprile.
Quella reale è ancora top secret, ma è questione di un mese o due 😉
Saluti a tutti!
Francesco

You pay, You publish.

Un post con pubblicazione automatica, ammesso che funzioni.
Autoquoto uno spezzone del mio precedente post: “Mi ricordo che quando iniziai a spedire Estasia Danny Martine e la Corona Incantata, mi arrivò un rifiuto piuttosto rigido. Anzi, frankly speaking, distruggeva il mio libro. Lo massacrava.
Dopo qualche giorno di umana frustrazione, seghe mentali e piagnistei sulla mia evidente incapacità, aprii gli occhi e capii che il libro non andava. Lo riscrissi, lo strappai, lo tagliai, lo rincollai. Fino a comporre la versione che convinse l’Armando Curcio Editore.
Tanto per collegarmi a una questione, che ahimè, pare intramontabile: l’editoria a pagamento.
Inutile dirvi che anch’io mi sono scontrato con questo tipo di offerte, anche perché in genere sono le prime che arrivano. Un esempio, molto simpatico: spedii Estasia 1 a un editore pugliese la sera alle 21.30. La mattina seguente alle ore 9 mi telefonò per chiedermi dove spedirmi il contratto.
Contratto a pagamento s’intende. Tornassi indietro lo interrogherei sul libro. Senza andare troppo nel dettaglio, solo sulla sinossi.
Ecco, questo piccolo aneddoto (e ce ne sarebbero molti altri) credo basti a delineare le caratteristiche dell’editoria a pagamento.
Ovvio, mai generalizzare anche perché, in questo settore, la scelta è ampia e variegata. Chi vi chiede contributo per editing, chi di comprare copie, chi semplicemente taglia la testa al toro e vi chiede minimo 4.000 euro.
La mia posizione è sempre la stessa: non accettate SE credete nel vostro libro. Appunto, notate il SE maiuscolo. Se il vostro scopo è solo quello di pubblicare un libro destinato a una decina di parenti, allora nessun problema. Ne siete coscienti. Servitevi di Lulu o strumenti simili.
Ma SE il vostro scopo è quello di avere un punto di partenza, allora state prendendo un abbaglio. Un GROSSO abbaglio. Sempre generalizzando e prescindendo dal minimo di serietà che potreste _forse_ trovare, leggetevi le seguenti considerazioni.
Premessa: un editore a pagamento non rischia in prima persona, perché le spese minime (e un certo margine guadagno) l’avete pagato voi
Ne consegue che:
1.    Non è interessato a distribuirlo. La distribuzione costa, e la casa editrice deve avere agganci enormi per essere “tenuta in buona considerazione” dal distributore
2.    Avrete un editing pessimo, se non esistente. Ergo, non solo il libro sarà poco curato, ma voi non imparerete nessuna tecnica di scrittura
3.    Non esisterà alcuna promozione, né azione di marketing. Diffidate dalle buste gonfie di depliant che vi propongono chissà quali passaggi televisivi o radiofonici.
Ricordatevi che gli editori a pagamento NON sono un punto di partenza. Gli editor delle grandi case editrici in genere non vedono di buon occhio un autore auto-pubblicato. Non dico che vi brucerete, ma non vi servirà a nulla.
Per poi concludere con:
1.    Una grande delusione perché il libro dei vostri sogni non ha avuto il successo sperato, il packaging è terribile, avete la stanza piena di libri e non sapete più a chi darli.
Spesso mi vengono chiesti per mail consigli sull’editoria a pagamento, queste sono in genere le mie considerazioni. D’altronde rimango amareggiato quando scopro che non mi avete ascoltato minimamente. Forse è la smania di pubblicare, la fretta, il desiderio di vedere il proprio libro stampato. In molti casi neppure attendete la risposta delle grandi case editrici, che ci mettono minimo sei mesi. E vi fate infinocchiare da tante belle promesse, e lo fate volutamente. Ovvio, nella vita si può raggiungere una meta tramite diverse strade. Ma, vi assicuro, la più breve non è mai quella giusta.
Come fare allora? Pubblicare con le grandi case editrici è semplice? Nient’affatto, certo. Ma esistono le medie o le medio piccole da cui potrete imparare molto. Non demordete.
Per finire preciso che non voglio assolutamente criticare la scelta di nessuno, anche se sono assolutamente contrario a business commerciale che nulla ha a che vedere con i romanzi. Se volete a ogni costo pubblicare il vostro libro, fatelo pure, nella modalità che reputate migliore. Ma, sia ben chiaro, non vi lamentate poi se vi rispecchierete poi in uno di quei punti che ho sopra elencato.

Calura di ferragosto, calura di fantasy

Week end allungato al mare e con gli amici. Visto che quest’anno il ferragosto cade impietosamente di sabato, ho pensato bene a costruirmi il mio ponte.
Nel frattempo, la rete è giustamente deserta, tutti sono in ferie, al mare o in montagna. Io, invece, sto portando avanti il famoso libro autoconclusivo per il 2010, che nell’ultima presentazione ho annunciato essere molto diverso dai miei precedenti: per adulti, genere biopunk commistionato al new gothic. Per nulla facile, a dire la verità, tanto che la fase “progettuale e di studio” mi ha portato via più di tre mesi.
In questo deserto della rete, noto una simpatica discussione su FantasyMagazine, che vi linko qui: “Quando i babycritici salgono in cattedra“.
Il tema, più o meno, è sempre il solito: le critiche al fantasy italiano. Spunti interessanti, soliti flame sulla Gamberetta e spassionati ammiratori.
Non ho una grande carriera di scrittore alle spalle, visto che scrivo solo dal 2006, tuttavia un’idea della rete pian piano me la sto facendo. La conclusione, che magari approfondirò nei prossimi post, è abbastanza chiara. In rete, è molto difficile trovare i veri lettori. Quelli che leggono un libro fantasy solo perché amano il genere, e non perché sono aspiranti esordienti e vogliono capire come X è riuscito a pubblicare con Y.
Me ne accorgo anche nelle mie mail, dove in genere le critiche sono positive, per poi terminare con  “sai, scribacchio anch’io, ti andrebbe di leggere…”. E, come sempre, non capisco più il confine tra la vera critica sul mio libro e una sorta di speranza che io possa fare qualcosa per aiutarli nella pubblicazione.
Rovescio della medaglia: i vari blog e forum, dove invece si trovano le critiche più negative. Sia ben chiaro, le leggo sempre con attenzione perché a prescindere dal loro “movente emozionale” a volte ho trovato spunti interessanti che mi hanno fatto riflettere. Specie nella ricorrenza di alcune critiche. Purtroppo, però, nel 99,9 periodico % dei casi, questi critici (baby o non baby che siano) sono degli aspiranti scrittori. Capostipite Gamberetta, anche lei si diletta a scrivere.
Tutti scrittori che, ovviamente, sono convinti di avere un best seller chiuso nel cassetto, sebbene nessuno riesca per adesso a comprendere il suo inestimabile valore. Se la prendono quindi con le case editrici che pubblicano robaccia come Falconi, Troisi, Strazzulla o Ghirardi, regni di editor incapaci e di mazzette.
Invece di capire perché il loro manoscritto non è pubblicabile (e i motivi si sprecano), passano le serate a spulciare gli erroretti, i refusi, le incongruenze altrui. Guai a una punteggiatura sbagliata, non sia mai. Evidenziamola subito, matita rossa. Del resto, lo dice il Manuale dello Scrittore. Esatto, lui, più famoso della Bibbia. Manuale che gli insegnerà qualche tecnica, indubbiamente, ma dal quale non apprenderanno mai come trasmettere un’emozione al lettore.
Mi chiedo se il tono caustico sia direttamente esponenziale al numero dei rifiuti che hanno ricevuto. Ve ne parla uno che non ha vissuto, come sapete, una cenerentola letteraria. Ho avuto i miei No a caratteri cubitali, più o meno pesanti, in aggiunta a quintali di elogi apocalittici da parte dell’editoria a pagamento.
Mi ricordo che quando iniziai a spedire Estasia Danny Martine e la Corona Incantata, mi arrivò un rifiuto piuttosto rigido. Anzi, frankly speaking, distruggeva il mio libro. Lo massacrava.
Dopo qualche giorno di umana frustrazione, seghe mentali e piagnistei sulla mia evidente incapacità, aprii gli occhi e capii che il libro non andava. Lo riscrissi, lo strappai, lo tagliai, lo rincollai. Fino a comporre la versione che convinse l’Armando Curcio Editore.
Libro ottimo superbesteller fighissimo irraggiungibile e ineguagliabile? Manco per sogno. Chi mi segue sa che mi sento anni luce distante dal primo volume di Estasia. Ne rimane tanto affetto, ma non più stima.  E’ vero, in corso d’opera l’ho migliorato, ma le sue basi non erano solide. Nè io, allora, avevo l’esperienza necessaria per renderlo ancora migliore. Questo, ovviamente si evince dal testo, parti più ingenue, derivanti dal Francesco quattordicenne, parti più curate, del Francesco trentenne.
Ma tant’è, la storia è alle spalle ed è mio compito guardare solo al futuro.
Il mio consiglio? Sempre il solito. Non perdete così tanto tempo a massacrare chi ha pubblicato. Spendete quel tempo, invece, a capire perché il vostro non riesce nell’impresa. Commerciabilità, stile, trama, personaggi, dialoghi e quant’altro.
C’è davvero tanto da fare per migliorarsi. Regola che vale per me quanto per voi.
Nel frattempo, buona calura di ferragosto 😉

Segnalazioni

Post flash, giusto per segnalare due articoli apparsi oggi su FantasyMagazine.

Qui, la segnalazione dell’evento a Monterotondo di domani.
Qui, la mia intervista in merito a Sanctuary.

See ya’!