Bolak for Prefident

La facebook malattia non tende a diminuire, specie quando si rincontrano vecchissimi amici che si pensava di aver dimenticato. Due parole, una chat veloce, e un appuntamento per un caffè. Questo, forse, è veramente il bello di Facebook (oltre a ciò che continuo a pensare, ossia che rappresenti un reality dove è possibile spiare tutto di tutti).
Insomma, ogni tanto ti permette di staccare dal vortice della routine quotidiana, ti getta in un revival delle amicizie anni 80 (hum… 90), e magari ti permette anche di riallacciare qualche vecchio rapporto che, per un motivo o per l’altro, si era un po’ sfilacciato. Beh, a me è capitato, visto che mi sono trasferito a Roma da 4 anni e per forza di cose ho dovuto un po’ trascurare le compagnie di un tempo.
Facebook resta anche il regno del cazzeggio, che ogni tanto di strappa un sorriso. Oggi, per esempio, ho scoperto che Alessandra aveva aperto un gruppo dedicato a Bolak e la cosa mi ha fatto sorridere. Sono sicuro che in pochi giorni l’eroe di Estasia diventerà più famoso del suo creatore. Beh, è il destino di ogni Frankenstein, no? :p
La pazzia ovviamente dilaga. E chi se non Valberici ci poteva fornire un esempio esaustivo? Bene, il signorotto delle lande del Nord si è divertito a dimostrare il “peso della cultura”

9 Commenti

  1. Sappi che i tuoi libri hanno anche un elevatissimo peso specifico…siine fiero…. 😀

  2. Dici? E' solo Estasia la cicciona (ancora non ha seguito le lezioni di Vanesia spinning?), Prodigium è magra!!

  3. Le potenzialità di Facebook sono ampie, sia per i contatti sia per le scoperte che si possono fare e tanto altro, tuttavia non riesco a fidarmi delle tecnologie. Forse è diffidenza per il nuovo, forse è sindrome da Grande Fratello (non quello trasmesso in tv, quello di 1984), quale che sia il motivo non ho fiducia. Il sentore che tutti questi dati personali un giorno siano ritorti contro chi li possiede, c'è. Sindrome da Terminator che la tecnologia si ribelli all'uomo? Non so, ma la diffidenza rimane.

  4. Beh Ohdrein, capisco quello che vuoi dire, del resto ci pensa già Google a tenere sotto controllo tutti i nostri interessi.
    Il 1984 di Facebook però avviene con una differenza sostanziale: mentre per Orwell l'occhio era "subito" dai protagonisti, in FB la situazione è capovolta. sono gli iscritti a sfruttare l'occhio per farsi notare e per far sapere i fatti loro agli altri.
    Per questo ha avuto enormemente successo, un reality popolare, dove non servono le spinte mediaset per entrare 😉

  5. Sì, tutti sono un pò dei Grande Fratello. Forse dipende anche da questo (ma non è solo per facebook) che non ho simpatia: i reality e il voler farsi conoscere a tutti i costi non li trovo di gran gusto, per il fatto che certe cose devono rimanere personali, non si possono mettere in piazza. Logico che dipende uno quanto vuol far vedere e far distinzione da chi e come lo usa, però così si perde qualcosa (inteso a livello personale).

  6. certo potevi evitare di appendere un calzino usato e puzzolente, santo cielo!
    l'anno prossimo neanche il carbone!

    buon anno bestiolina

  7. Una mia amica dice che facebook è un condominio in cui tutti sanno i fatti di tutti…io lo trovo divertente e, in effetti, mi ha permesso di "reincontrare" vecchie amicizie.

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