Cinema e pirateria

Stamani leggevo questo articolo su Repubblica. Dopo l’industria discografica (e  preso quella editoriale) si punta il dito contro la pirateria per giustificare la crisi del mercato cinematografico.

Non sono d’accordo. I temi vanno distinti, come ho già fatto più volte in passato. La musica è stata affossata in primis dalle stesse case discografiche, che non hanno saputo adattarsi all’era digitale. Pagare un CD 20 euro o scaricarlo gratis dalla rete, questa era la scelta. Una scelta ovvia, e il risultato lo conosciamo tutti. La chiusura dei negozi di dischi, le industrie discografiche in crisi – che sempre più puntano alle stelle comete alla X-Factor o agli artisti baracconi – i cantanti che ormai sopravvivono con i live e che si impegnano sempre meno nel produrre buona musica. Ma era un passaggio naturale – arginato in parte grazie a iTunes –  perché quando ci infiliamo le cuffie, ce ne freghiamo se la musica proviene da un CD, da un mp3 legale o pirata. La differenza è minima, nulla in pratica.

Sto generalizzando, è ovvio, lascio da parte i puristi del sound e gli appassionati.

Per il cinema la situazione è diversa. E’ vero, internet ha affossato i negozi di noleggio DVD e ha sancito la chiusura di colossi come Blockbuster. Il motivo è sempre il solito. Perché pagare 8-10 euro quando posso scaricare un film gratis? Unico neo, scaricare un film ha qualche problema in più rispetto a un mp3. Si deve avere una buona banda – e in Italia non è un concetto scontato -, spesso in rete si trovano film di una qualità pessima (specie se rip da cinema). Infine, in molti hanno una bella e costosa TV HD, 3D con un super impianto Dolby e Blu Ray, quindi i film pirata vanno a quel paese per un buon 90%. Google e Apple sono già sul piede di guerra per fornire film in streaming, ma la strada è ancora lunga.

Cinema. Non credo che la pirateria sia il motivo della chiusura delle sale. I film appena usciti si trovano in rete, è vero, ma per lo più con una qualità talmente scadente che si perde il gusto della visione. Il problema è sempre il solito: il costo. L’ultima invenzione delle industrie cinematografiche per “invogliare” le persone ad andare al cinema è stata quella del 3D, iSense e compagnia varia. Spesso senza lasciarti libertà di scelta: il film è solo 3D. Risultato? Un biglietto gonfiato a circa 11-12 euro. Più 1 euro per i fantastici occhialini 3D. Per un film che magari viveva benissimo – o meglio – senza il 3D. Aggiungici magari una pizza, popcorn e coca cola a prezzi triplicati, e hai speso 30-40 euro per la serata. E allora magari si rinuncia, se non siamo così convinti del film. Si aspetta che esca il DVD, o la versione pirata di buona qualità.

Non è la pirateria che affossa il cinema. Sono i prezzi.

E per l’editoria, sarà la stessa cosa, prima o poi?

Pirateria e dintorni

E’ un tema su cui si discute spesso, non c’è che dire. Trovate oggi un nuovo articolo su Repubblica, in merito all’industria cinematografica.

Prendo sempre questi dati e considerazioni con il beneficio del dubbio. Sì, vi sono casi eclatanti che hanno dimostrato come la diffusione free di un’opera o di una sua parte abbia favorito le vendite, ma è altresì vero che la pirateria ha causato il tracollo dell’industria discografica, con la conseguente estinzione dei negozi di musica e di quelli di noleggio film. La controparte editoriale è più complessa, è vero, motivo principale che identifico è un target spalmato su varie fasce di età, utenti spesso non molto familiari con le pratiche P2P e scambio di file su internet.

Gli ebook stentano a decollare nel nostro paese, per svariati motivi, questo è il principale freno alla pirateria. In futuro? In futuro dipende. L’evoluzione è naturale, magari con un ritmo diverso rispetto a quellodiscografico, per via di un adattamento a un supporto totalmente differente rispetto al cartaceo e con un risparmio in comodità relativo (perché lo use case è chiaro: un utente desidera avere con sé decine e decine di CD, ma in genere si porta uno/due libri in vacanza).

Poi. La diffusione gratuita di opere è già un fatto reale per quanto riguarda l’editoria, seppur inteso come anteprima. Ci sono molti siti che svolgono questo mestiere (come 10righedailibri), spesso gli stessi editori “liberano” alcuni capitoli prima dell’uscita fisica in libreria. Un meccanismo che funziona. Alimenta la gioia dei denigratori genetici, che hanno due o tre righe sulle quali sfogarsi. Convince chi è indeciso negli acquisti e preferisce pensarci due volte prima di procedere all’acquisto. Anzi, forse nella condizione attuale di diffidenza verso gli ebook e di arroccamento sul cartaceo, l’anteprima è proprio il giusto lasciapassare. Ritornando in topic, invece, ho qualche dubbio. Personalmente conosco pochissime persone che scaricano un mp3 o film illegale, per poi comprarsi la versione legale o andare al cinema. Specie nel secondo caso, in tutta onestà, nessuno.