Pirateria e dintorni

E’ un tema su cui si discute spesso, non c’è che dire. Trovate oggi un nuovo articolo su Repubblica, in merito all’industria cinematografica.

Prendo sempre questi dati e considerazioni con il beneficio del dubbio. Sì, vi sono casi eclatanti che hanno dimostrato come la diffusione free di un’opera o di una sua parte abbia favorito le vendite, ma è altresì vero che la pirateria ha causato il tracollo dell’industria discografica, con la conseguente estinzione dei negozi di musica e di quelli di noleggio film. La controparte editoriale è più complessa, è vero, motivo principale che identifico è un target spalmato su varie fasce di età, utenti spesso non molto familiari con le pratiche P2P e scambio di file su internet.

Gli ebook stentano a decollare nel nostro paese, per svariati motivi, questo è il principale freno alla pirateria. In futuro? In futuro dipende. L’evoluzione è naturale, magari con un ritmo diverso rispetto a quellodiscografico, per via di un adattamento a un supporto totalmente differente rispetto al cartaceo e con un risparmio in comodità relativo (perché lo use case è chiaro: un utente desidera avere con sé decine e decine di CD, ma in genere si porta uno/due libri in vacanza).

Poi. La diffusione gratuita di opere è già un fatto reale per quanto riguarda l’editoria, seppur inteso come anteprima. Ci sono molti siti che svolgono questo mestiere (come 10righedailibri), spesso gli stessi editori “liberano” alcuni capitoli prima dell’uscita fisica in libreria. Un meccanismo che funziona. Alimenta la gioia dei denigratori genetici, che hanno due o tre righe sulle quali sfogarsi. Convince chi è indeciso negli acquisti e preferisce pensarci due volte prima di procedere all’acquisto. Anzi, forse nella condizione attuale di diffidenza verso gli ebook e di arroccamento sul cartaceo, l’anteprima è proprio il giusto lasciapassare. Ritornando in topic, invece, ho qualche dubbio. Personalmente conosco pochissime persone che scaricano un mp3 o film illegale, per poi comprarsi la versione legale o andare al cinema. Specie nel secondo caso, in tutta onestà, nessuno.

8 Commenti

  1. Non dico andare al cinema (anche perché se l’ho scaricato invece di guardarlo al cinema è perché o non mi interessava abbastanza, o non interessava a nessun altro). Ma se il film mi piace, poi quando esce il dvd me lo compro. E da un “non lo guardo e tanti saluti” si passa a un “non l’avrei guardato al cinema, ma ti compro il dvd”. Se l’opera merita, certo.

    Per i cd: magari scarico l’album e non lo compro.
    Ma se mi piace, e se mi piace l’artista, la volta dopo mi compro il cd. E quello precedente è servito per conoscerlo: senza, non lo avrei mai “testato”. E di sicuro non spendo venti euro per vedere se un artista mi può piacere.
    Senza contare che quando verrà in zona lo andrò sicuramente a vedere dal vivo.

    True story.

  2. Sì, immagino, ma le casistiche sono tante. Nel caso della musica ne ha segnato il declino. Per i film? Be’, i DVD sono sulla via del tramonto, l’industria (e.g. Apple) sta già preparando la fossa. e poi, resto un po’ scettico sul numero di persone che dopo essersi scaricato un film o una serie TV compra il DVD, deve proprio essere un capolavoro, il che restringe molto la %. Se è un tuo modus operandi, lasciami dire che è interessante per quanto particolare e poco diffuso. Nella maggior parte dei casi non avviene. Non è questione di perdere tempo su enormi statistiche, basta guardarsi attorno, suvvia 😉

  3. Sarà che io solitamento frequento persone a me affini, ma anche chi mi sta vicino tende a comportarsi così.

    E non è stato assolutamente sferrato un colpo mortale all’industria discografica. Semplicemente si tratta di evoluzione, visto che più di venti euro per un cd (a scatola chiusa, non scordiamolo) per quanto mi riguarda sono francamente eccessivi. La musica si sta spostando sui live e il merchandising, brani online e dvd con speciali tratti da live o da occasioni particolari.

    L’industria cinematografica per forza di cose ha perso numeri nel settore dei noleggi. Prezzi, again. Mia madre fino a un paio di anni fa amava noleggiare dvd al blockbuster. I prezzi erano assurdi.
    Per questo si sposteranno, penso, su piattaforme di streaming a pagamento. Pagamento molto più onesto rispetto a quello del noleggio al negozio.
    Il cinema… i prezzi aumentano, e da me ormai i film arrivano solo in (inutile) 3D.
    Vado a vedere solo ciò che realmente mi può interessare (ultimamente Una notte da leoni 2 e First Class), il resto lascio perdere. E no, solitamente nemmeno lo scarico per guardarlo: lo posso fare giusto con film che avrei voluto vedere ma che ho perso per qualche motivo (come Sucker Punch, per dire, o Scott Pilgrim).

    Anche l’industria della letteratura, per arrivare al punto cruciale, dovrà cambiare.
    In Italia mi accontenterei già di arrivare a una situazione come in America o in Inghilterra, con l’edizione economica che esce dopo un tempo non assurdo. Qui esce dopo più di un anno, e solo per determinati titoli\editori. Per il resto, i libri restano al prezzo di edizioni di lusso.
    Prezzo che, beninteso, sono ben disposto a spendere (e l’ho sempre speso, e continuerò a spenderlo). Ma visto che si compra a scatola chiusa, il rischio inculata c’è.
    Mettiamola così, con un esempio pratico: se avessi letto in e-book (magari piratato) Prodigium 1, di sicuro avrei preso il 2.
    Se avessi letto una copia piratata di Estasia e mi fosse piaciuta, avrei preso gli altri due libri.
    Invece sono andato basandomi sull’intuito e sulle recensioni lette. Ho comprato i due Prodigium, non ho comprato gli Estasia.
    Due libri invece di tre (che se mi fosse piaciuta Estasia avrei invece preso).

    Certo, ci sarà chi fa come me, e chi invece accaparra tutto l’accaparrabile.
    Ma francamente penso che, esclusa la fascia di chi non potrebbe permettersi le merci (e che quindi non comprerebbe proprio per impossibilità), la maggior parte di chi comprerebbe e non pagherebbe, con questo elevato a stile di vita, includerebbe le persone cui importa ben poco di musica, film o libri. Chi conosco che ha interesse in qualcosa, vuole comprare ciò che gli piace. Cercando le occasioni, cercando di pagare poco, cercando di non prendere fregature. Ma vuole pagare.
    Chi invece non pagherebbe mai, difficilmente spenderebbe molti soldi in queste cose.
    Poco cinema, nessun dvd, un paio di libri all’anno presi a caso dalla lista dei best sellers o in base a come si integrerebbero nella libreria, un cd o due del solito artista che ascolta da sempre e di cui ormai compra a scatola chiusa ogni cosa.
    Sicuro che certe persone non possano invece venire “attratte” dalle copie pirata, magari appassionandosi? Una volta che si appassionano, certo non compreranno tutto ciò che hanno letto piratato, ma le cose nuove potrebbero comprarle. Che è più di quanto avrebbero fatto a cose normali.

    In my humble opinion, ovvio 🙂

  4. Per quanto riguarda l’editoria, la soluzione sta proprio nelle anteprime. Con un’anteprima si può in seguito acquistare consapevolmente e non a scatola chiusa. Si può scegliere meglio evitando fregature.
    Francamente spendo a occhi chiusi solo in casi rari, ad esempio consigli di persone fidate e con gusti simili ai miei. Negli altri casi, voglio sempre un’anteprima, sia essa online o un prestito da parte di un amico.
    Certo è che se un libro mi piace, l’autore merita di guadagnarci, quindi lo compro.
    Poi bisognerebbe investire di più sugli ebook legali (a prezzi ragionevoli e senza DRM) e sedizioni cartacee economiche.

    Per quanto riguarda i DVD: li ho sempre trovati inutili e troppo costosi. I film preferisco guardarli al cinema. Li guardo in streaming solo se li ho perso per qualche motivo particolare. Compro DVD solo per film davvero belli che vale la pena rivedere più volte. E io non sono uno che ama riguardare all’infinito i soliti film: dopo un po’ mi stufano.

    Per quanto riguarda la musica: i danni ci sono stati solo nel pop e in parte nel rock, a dire il vero. Stranamente nel metal le vendite sono addirittura aumentate, specie all’estero. Addirittura in paesi come l’Olanda vendono più le band metal che non Lady Gaga. Penso che ciò sia imputabile al fatto che chi ascolta pop lo fa per lo più distrattamente e non coltiva sempre la passione per la musica. Chi invece è davvero appassionato vuole pagare: capisce che un buon lavoro deve essere ripagato.
    Oltre ciò, l’industria discografia si è spostata su altri prodotti, come ha già fatto notare Tanabrus.

    La pirateria è un fenomeno che va controllato. Tra l’altro non è un fenomeno sempre negativo, dato che in alcuni casi ha addirittura aumentato le vendite. Questo perché la presenza online di una copia di un libro ovvia il problema dell’anonimato. La gente non compra un determinato romanzo perché il più delle volte non sa neppure che esista.
    E poi, c’è anche un altro problema. Il professor James Boyle ha calcolato che l’85% di tutta la produzione artistica del mondo non viene diffusa perché questo violerebbe le leggi sul diritto d’autore, questo anche se non esiste più nessuno che guadagni su un’eventuale vendita. Questo è il caso, ad esempio, di romanzi non più ristampati e andati fuori catalogo. Mi dispiace dirlo, ma per procurarmi il ciclo di Bas-Lag di Miéville me li sono dovuti scaricare piratati. Considerandone la qualità, mi piacerebbe molto pagarli perché l’autore merita di guadagnarci. Il problema è che non posso, perché la Fanucci li ha messi fuori catalogo da anni e nessuno li ha ristampati. Su IBS e BOL non sono disponibili da anni, l’ebook legale non esiste. Stessa situazione di Cuore d’Acciaio di Swanwick qualche anno fa, prima che la Mondadori si decidesse a ristamparlo come Urania Millemondi. Allora, o ci si decide a investire davvero sugli ebook legali o l’unica soluzione in questi casi è la pirateria. Mi dispiace, ma perdermi i romanzi di Miéville e vari altri non è una soluzione.

  5. @tanabrus – Guarda concordo su molti aspetti. Il modello iTunes ha dimostrato che può funzionare, sia per la musica sia per i film in streaming con l’apple TV, visti i prezzi bassi e la facilità d’uso. Sul fronte editoriale ancora le cose sono molto confuse, ebook compresi.
    PS: Estasia è tutta piratata, scaricala e leggitela pure 🙂 Ma chiudi un occhio sul primo libro :p

  6. Postato da: Lucifer’s Kitty
    Per quanto riguarda l’editoria, la soluzione sta proprio nelle anteprime. Con un’anteprima si può in seguito acquistare consapevolmente e non a scatola chiusa. Si può scegliere meglio evitando fregature.

    In tutta onestà non ho notato grandi aumenti di vendite da quando fornisco le anteprime dei miei libri. Anche qui si apre un bel dilemma: quanti capitoli fornire? Perché spesso un prologo è fuorviante. Un prologo e un capitolo non basta. Non saprei davvero. Ultimamente spingo verso 10righedailibri, ma sono ben accetti consigli 🙂

    Postato da: Lucifer’s Kitty
    Certo è che se un libro mi piace, l’autore merita di guadagnarci, quindi lo compro.

    Il problema è che in molti non la pensano come te e Gabriele. Inutile girarci attorno, la cultura della produzione artistica free è una gran mischiata, imho. La scrittura, la musica, il cinema sono mestieri come tutti gli altri.

    Postato da: Lucifer’s Kitty
    Poi bisognerebbe investire di più sugli ebook legali (a prezzi ragionevoli e senza DRM) e sedizioni cartacee economiche.

    Come darti torto…

    Postato da: Lucifer’s Kitty
    Per quanto riguarda i DVD: li ho sempre trovati inutili e troppo costosi. I film preferisco guardarli al cinema. Li guardo in streaming solo se li ho perso per qualche motivo particolare. Compro DVD solo per film davvero belli che vale la pena rivedere più volte. E io non sono uno che ama riguardare all’infinito i soliti film: dopo un po’ mi stufano.

    Mi trovi d’accordo. Anche perché fra 1 o 2 anni i DVD spariranno. Come sta succedendo ai CD.

    Postato da: Lucifer’s Kitty
    E poi, c’è anche un altro problema. Il professor James Boyle ha calcolato che lâ��85% di tutta la produzione artistica del mondo non viene diffusa perché questo violerebbe le leggi sul diritto dâ��autore, questo anche se non esiste più nessuno che guadagni su un’eventuale vendita. Questo è il caso, ad esempio, di romanzi non più ristampati e andati fuori catalogo. Mi dispiace dirlo, ma per procurarmi il ciclo di Bas-Lag di Miéville me li sono dovuti scaricare piratati. Considerandone la qualità, mi piacerebbe molto pagarli perché l’autore merita di guadagnarci. Il problema è che non posso, perché la Fanucci li ha messi fuori catalogo da anni e nessuno li ha ristampati. Su IBS e BOL non sono disponibili da anni, l’ebook legale non esiste. Stessa situazione di Cuore d’Acciaio di Swanwick qualche anno fa, prima che la Mondadori si decidesse a ristamparlo come Urania Millemondi. Allora, o ci si decide a investire davvero sugli ebook legali o l’unica soluzione in questi casi è la pirateria. Mi dispiace, ma perdermi i romanzi di Miéville e vari altri non è una soluzione.

    Legittima osservazione. Ma come dicevo sopra, gli ebook sono lontani dall’essere una presenza degna di considerazione in Italia. Il target è più ampio, leggere su un ebook non è come infilarsi un paio di cuffie, dove te ne sbatti se sotto hai un CD player o un iPod. E le cose, imho, ci metteranno un bel po’ a cambiare. quando? quando sarà radicata la cultura dell’ebook, ergo quando saranno adottati nelle scuole. All’estero avviene già, in Italia no.

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