Recensione Unwind

News telegramma, come vi avevo anticipato qui, è uscita la recensione di Unwind su FantasyMagazine. Buona lettura: LINK

Incontro con Cassandra Clare

La serata con Cassandra Clare è stata davvero divertente. Prima l’incontro con le bloggers, quindi la videointervista nel patio della libreria Bibli. Videointervista in inglese, occorrerà un po’ di tempo per montare i sottotitoli, quindi la potrete vedere su un nuovo portale che sta per nascere, sul quale scriverò diversi articoli in futuro.

Cassandra Clare mi ha fatto un’ottima impressione. Ha scritto una saga che sta riscuotendo successo in tutto il mondo, eppure è una persona totalmente alla mano e semplice, sempre con il sorriso. E’ stato piacevole parlare con lei, e intrattenerci anche a telecamere spente per un aperitivo.

Poi, fra poco, leggerete anche la mia recensione sul suo ultimo libro.

PS: Un grazie a Roberta M. per la disponibilità e Pamela R. per essere stata… coinvolta? suo malgrado nel ruolo di interprete 🙂

Intervista Shusterman su FantasyMagazine

Come vi avevo anticipato, su FantasyMagazine è online l’intervista che sabato scorso ho avuto il piacere di fare a Neal Shusterman. Ho deciso di incentrare la discussione sul suo ultimo libro Unwind, che mi ha particolarmente colpito sia per le tematiche sia per il gnere scelto, quello distopico.

QUI trovate il link a FantasyMagazine.

Presto dovrebbe uscire anche la mia recensione, sebbene già nell’intervista metta in evidenza i punti del romanzo che mi sono piaciuti di più e quelli che ho reputato più deboli. Ero soprattutto interessato a quest’ultimi e alle spiegazioni di Neal, che sono state puntuali ed esaustive.

Buona lettura!

Shusterman e tesi di laurea

L’intervista con Neal Shusterman di sabato scorso è andata meglio del previsto. Neal si è dimostrato una persona disponibile e piacevole, abbiamo parlato per circa un’ora soprattutto di Unwind. Mi interessava la sua visione del distopico e le difficoltà che aveva incontrato durante la stesura del romanzo nel parlare di argomenti così difficili, specialmente se visti in un romanzo per YA. Infine, anche di molti aspetti che riguardano al letteratura e la società americana.

Sto preparando la recensione del libro e sistemando l’intervista, appena tutto sarà pronto apparirà sulle pagine di FantasyMagazine.

Poi, stasera, mi trasformerò da intervistatore e intervistato. Argomento: Mad for Madonna. Come vi avevo anticipato mi incontrerò con Jennifer Albertini, tesista dell’Accademia di Belle Arti di Brera, biennio specialistico di Fashion Design. Sta preparando una tesi su Madonna che, come vi avevo già detto, è un personaggio ormai storico.

Vi racconterò. Per il resto, buon inizio settimana.

 

Cronin, Game of Thrones, Freaks!

Buon martedì, gente.

Aggiornamento rapido: su Madonnatribe, trovate i 4 vincitori del concorso Mad for Madonna, sono felice che siano arrivate centinaia di adesioni.

Poi. Justin Cronin, il Passaggio. Sono partito prevenuto su questo libro. E in negativo. Primo: un malloppo troppo grosso, quasi 900 pagine. Di solito tendo a evitarli come la peste. Secondo: copertina alquanto orribile. Terzo: strillo dello zio King, che mi sapeva molto di sola.

Invece, arrivato quasi alla metà del volume, mi ricredo su tutta la linea. Capisco anche l’endorsement di King, in effetti noto alcuni punti in contatto come la struttura corale dell’opera e la cura nell’introspezione dei personaggi. Spero che i due autori non si somiglino anche per i finali poco azzeccati. Vi dirò a lettura ultimata, per adesso questo romanzo distopico mi sta prendendo: si legge d’un fiato, non scende nello splatter alla Resident Evil, funziona alla grande. Ci siamo, finalmente una bella lettura.

Poi. Game of Thrones. Ho visto le prime due puntate della serie, e sono partito prevenuto. In negativo 🙂

Ovvio, il rischio di paragonare la serie con i libri è troppo forte, difficile non riuscirci. La prima puntata ha dei momenti di noia mortale, durante i quali mi sono trovato con la palpebra mezza abbassata.  Manca quasi del tutto il respiro epico di Martin, e molti personaggi non mi convincono. Tutti tranne il Folletto, che invece buca lo schermo. Il secondo episodio è nettamente migliore, ma anche in questo caso mi ha lasciato perplesso più di una volta. Ripeto, non tanto per la sceneggiatura, quando per alcune scelte di regia, una fotografia un po’ scadente e alcuni personaggi che restano piuttosto anonimi. Vediamo come procede.

Infine, Freaks!. Sono partito prevenuto, vi avverto :). In positivo, stavolta, perché Freaks! è una miniserie tutta italiana con una caratteristica originale: è distribuita via Youtube. Ho visto solo la prima puntata, che è mi è parsa un po’ confusa, ma anche molto promettente (sempre se non si rivela una scopiazzatura di Misfits). Curioso di sapere come procede, ma approvo a pieni voti il progetto per come è stato concepito.

La cupola di King

Un piccolo aggiornamento dal paese del nord dove, naturalmente, è quasi inverno. O almeno le temperature sono paragonabili a un nostro dicembre.


Nel frattempo ho concluso la lettura dell’ultimo libro di King, The Dome. Dopo l’interessante lettura di The Duma Key, ho deciso di bissare con l’ultimo romanzo, benché la sua mole (più di 1000 pagine) non fosse certo un invito.
Dunque, diciamo che The Dome mi ha lasciato molto perplesso. Rimane lo stile fluido di King, che ti trascina nella lettura senza darti respiro, ma il libro nel complesso appena raggiunge la sufficienza.
L’impasto corale e l’assenza di un vero protagonista spesso tende a distrarre il lettore ma, una volta entrati nel meccanismo della narrazione può risultare anche piacevole. Rimane il King prolisso: pagine e pagine che sono del tutto opzionali e non portano avanti la narrazione in modo significativo. Molto interessante, invece, la caratterizzazione dei personaggi e l’analisi psicologica dei prigionieri all’interno della cupola. Un’evoluzione equilibrata e ben descritta, che sfocia nella violenza e nella follia. Come solo King sa fare, non si discute.
Ma poi… sì, c’è un grosso “ma” in questo libro, e si chiama finale. Ora, con 1000 e passa pagine il signor King aveva tutto lo spazio del mondo perconcludere in modo dignitoso il romanzo. E invece ci troviamo di fronte a una conclusione deludente che abusa di cliché che forse trovavano una buona collocazione negli anni ’80, non più adesso.
Senza giri di parole il finale di The Dome se la gioca bene con quello di IT. E ho già detto tutto.
Poi, non scordiamoci un punto fondamentale: la cupola. Mentre lettore avanza nelle pagine cresce in lui la curiosità di conoscere il significato della cupola. Un’esigenza naturale, imposta dal taglio che King ha dato al romanzo. Ecco, non si può concludere con una sciocchezza del genere. Mi è stato più che sufficiente Lost, non c’è bisogno di bissare quell’inadeguatezza. Io la chiamo presa di giro, fate voi.
Per concludere, un romanzo che non mi sento di consigliarvi. Rimane la letteratura di King, sempre ad alti livelli, ma la trama e la struttura sono davvero mediocri.

 


Letture fantasy: Amon di P. Boni

Dopo la lettura alquanto deludente di Andrzej Sapkowski, pochi giorni fa sono riuscito a scaricare l’ebook di Amon scritto da Paola Boni, che l’editore Casini dava in omaggio sul suo sito.
Versione e-book, quindi. Il secondo libro che leggo, dopo Prodigium 2 (dite voi, che fai rileggi il tuo libro? Sì, ma non vi dico perché).
Dunque, la lettura sull’iPad mi sta soddisfacendo. Certo, è ottima solo in assenza di luce diretta, ma va benissimo in casa, treno, o all’ombra. Sotto il sole, no. E aggiustando i colori e la luminosità non mi ha stancato neppure la vista. Ripeterò l’esperimento in futuro, sperando che gli editori si muovano a fornire la versione ebook dei libri.

Ma veniamo al libro di Paola Boni, che su Anobii ho recensito con 2 stelle. 2 stelle rosicate, a essere sinceri. Premessa doverosa: conosco Paola Boni, con la quale ho scambiato quattro chiacchiere sia a Lucca che a Torino (a proposito, fervono i preparativi per Lucca Comics con tante sorprese su Nemesis). Stimo Paola Boni come persona, mi sta simpatica e apprezzo il suo amore per i libri e per la scrittura. No, stavolta lo dico sinceramente, niente frasi fatte.
Qualcuno, tuttavia, mi ha più volte detto che si deve giudicare il libro e non lo scrittore. Bene, Amon non raggiunge la sufficienza. Neppure da lontano.
Il problema più grave è l’editing della Casini Editore. Imbarazzante. Attenzione, non mi riferisco solo ai refusi (di cui il libro è comunque pieno), quelli li ho trovati anche su edizioni Mondadori, Salani ed Einaudi. Mi riferisco all’editing vero e proprio: errori sintattici, ripetizioni a profusione, staticità del lessico sui costrutti, uso morboso di avverbi, e si potrebbe continuare all’infinito. Bastava un buon editor per sistemare le cose, senza neppure un grande sforzo.
Figuriamoci lo step successivo: controllo di coerenza, dialoghi e costruzione delle scene/trama. Purtroppo anche qui ci sono gravi lacune, gli scambi tra i protagonisti danno un tocco da “grande fumettone” a tutto il libro, annullando il pathos ove serviva, appiattendo la trimensionalità dei personaggi. Situazioni totalmente irreali (tipo la scena dell’omicidio iniziale). Anche in questo caso un buon editor le avrebbe demolite. E con santa ragione.
Ho letto il primo libro della Boni e, in tutta sincerità, era migliore di questo.
Mi spiace dare un giudizio così negativo su questo libro ma, da scrittore che di critiche ne riceve quintali al giorno, so che servono per migliorare e spingere a rimboccarsi le maniche.
Spero che la Casini Editore non editi così tutti i suoi libri. Perché non fa affatto bene alla reputazione del fantastico italiano.