L’autore fai da te

Leggevo questo articolo interessante su Booksblog, internet latrina digitale o base di lancio.

Dunque, dico la verità, sono abbastanza combattuto. Allora, occorrono delle precisazioni e considerazioni importanti. Innanzitutto il mercato italiano non è quello americano. Ho ricevuto da poco i miei dati di vendita di alcuni editori con cui pubblico, le percentuali degli ebook si fermano al 2-3% rispetto a quelle cartacee. Ovvio, è presto, il 2011 sarà la conferma definitiva, ma più o meno è ciò che mi aspettavo. I motivi sono tanti: prezzi ebook alti, pirateria, pochi lettori del formato digitale. Chi più ne ha ne metta.

Tornando all’articolo, consideriamo sempre che si parla di eccezioni. Sfondare senza editore può capitare, certo, come il caso di quei pochi cantanti che si sono fatto notare su Youtube. La mia unica paura è che si riveli uno specchietto per le allodole e illuda tanti esordienti che il “fai da te” è un buon metodo per scavalcare i misteriosi complotti dei grandissimi editori e diventare autori da bestseller.

Del resto gli editori non sono infallibili, tutt’altro. Non hanno la sfera di vetro. Sappiamo tutti le storie di Moccia, Rowling, Tamaro e tanti altri che, per anni, si sono rivisti rifiutare il loro libro. Libro che poi si è rivelato un successo inaspettato. Siamo sempre là, gli editor non sono scienziati. Leggono il testo, non gli piace, lo cassano.Hanno avuto una brutta giornata, o non rientra semplicemente nei loro gusti. Oppure, infine, c’è una strategia commerciale sbagliata, capita anche quello.

Altro punto: editore che migliora il libro. Anche qui si apre un baratro, perché la verità sta nel mezzo. Inutile girarci attorno, sono pochi gli editori in Italia interessati a far crescere l’autore. Questo è uno dei motivi per cui spesso vediamo gli autori saltare da una casa editrice all’altra, come ho fatto io e tantissimi altri. Spesso ci si concentra sul singolo libro, spesso l’editor non ha una cultura adeguata sul genere che tratta. Ma, spesso, avviene anche il contrario. Perché esistono editor capaci che sanno impostare un dialogo, comprendere il testo, migliorarlo con passione. E, se non abbiamo la fortuna di incontrarli, ci sono sempre gli agenti. Idem anche per loro, quelli validi si contano sulla punta delle dita, ma esistono.

Come dicevo, la verità sta nel mezzo. Non esiste l’editore miracoloso, non esiste l’autore miracolato. Esistono solo le eccezioni.

4 Commenti

  1. Diciamolo, una volta per tutte: il mestiere di scrittore è difficile ed è alla portata di pochissime persone.
    E diciamo un’altra cosa: il segreto di una vita felice e appagante, nei limiti del possibile, sta nel conoscere i propri limiti e nell’accettarli.

  2. Sfondare come scrittore attraverso internet è veramente dura: uno perché sono in molti quelli che scrivono e mettono in rete i propri lavori, tutti con la speranza d’essere letti, tutti che vogliono spiccare sopra gli altri, ma i lettori non eguagliano gli autori. Due perché la rete è un labirinto tale che quello del Minotauro era una bazzeccola. Basta guardare il numero di blog segnalati su Wikio: diverse decine di migliaia. Riuscire a saltare fuori in questa selva è ardua, anche se si è bravi.
    Certo si usa internet per farsi conoscere, per avere una chance in più nei confronti dell’editoria, sperando, se si è realizzata una buona opera, nel passaparola che possa incuriosire un editore a puntare su di essa.
    Ma siamo in Italia e c’è una mentalità differente rispetto all’estero dell’editoria sia come modo di lavorare, sia di preparazione. Soprattutto, all’Italia manca una cosa: la visione di futuro, la capacità di guardare oltre il risultato immediato e di fare programmazione a lunga scadenza, che magari fa guadagnare meno subito, ma che a lunga scadenza ricompensa con gli interessi.

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