Un paese Berluscocentrico

Leggevo questo post di Dazieri, credo che riassuma in modo esaustivo due concetti di cui volevo parlare da tempo. Sì, abbiamo già discusso della “questione” Berlusconi più volte. Della sua politica, della situazione del nostro paese, dei suoi divertimenti alla luce del sole. Più o meno.

Ma forse non mi sono mai soffermato a pensare alla sociologia insita in un paese cronicamente berluscocentrico. Perché è vero, Berlusconi ormai è citato più del Padreterno. Accade a tutti noi, in ogni luogo, in ogni colore, in ogni paese al mondo. Il premier è citato da chi crede alle sue azioni politiche, ai suoi imbrogli, alle sue illusioni. E’ citato dai giovani e dai vecchi, da anni oggetto di satira in TV, Re incontrastato del Bunga Bunga, onnipresente nei nostri pensieri e nei nostri sfoghi di rabbia e di gioia.

La natura berluscocentrica non può essere più vera e concreta, specchio della realtà che ci circonda. E se prima gli oppositori tentavano di smascherare una politica di illusione che nascondeva una volontà di leggi ad personam, è stato proprio il berluscocentrismo a far cadere l’ultimo baluardo. Perché non c’è più nulla da scoprire, obiettare, dubitare. Tutto è alla luce del sole: frasi razziste, uscite fuori luogo, legalizzazione dell’illegale. La limpidezza della disonestà che diventa cristallina e sfacciata.

Berluscocentrica è sempre stata l’opposizione della sinistra, e questo ne ha causato il fallimento. Il premier ne è sempre stato cosciente, si è fatto scudo con l’odio degli avversari per far crescere la simpatia (e i voti) nei suoi confronti.

Berluscocentrico sarà anche il dopo Berlusconi, il dopo 6 aprile o quando mai sarà. Un politica che da un lato prenderà ciò che di buono c’era nel berluscocentrismo, dall’altro sparerà ancora fuoco e veleno su ciò che è stato irrimediabilmente rovinato.

Berluscocentrico sarà l’alibi che tutti innalzeranno come bandiera. Destra, sinistra, centro.

E se pian piano forse intravediamo una nuova alba, il rischio è quello di rimanerne delusi. Felici di aver abbandonato la Berluscocirconferenza, ci potremmo accorgere di seguire dei binari che non tracciano più un cerchio, ma una spirale. E di finirci nuovamente dentro.

Un commento

  1. Di buono nel berluscocentrismo non c’è nulla, se non rovina, distruzione e svilimento.
    Staccarsi definitivamente da modelli del genere e darsi da fare personalmente per costruire con impegno e volontà è l’unica alternativa. Soprattutto basta con l’affidarsi agli altri e alle illusioni

Lascia un Commento sull'articolo: