Riprendendo il discorso che ho aperto nel precedente articolo L’Assassino di nome ebook, vi segnalo anche il post di oggi sul blog di Loredana Lipperini, Diritti e Doveri digitali, dove appare un’intervista all’agente Roberto Santachiara apparsa su Repubblica (tanto per intendersi, tra i suoi autori Wu Ming, Carlo Lucarelli, Lara Manni e Saviano). Leggetela, è interessante il punto di vista di Santachiara in un momento di molta confusione (ed eccessiva euforia, a mio avviso, rispetto alla dimensione del mercato ebook).
In tutta onestà, come ho espresso nei miei precedenti post, mi trovo in linea con la sua opinione.
Restiamo a vedere come si muoveranno le “grandi”, se riusciranno a far partire questo mercato, oppure se è solo fumo.
“Siamo un paese di pochi lettori, e quei pochi sono lettori forti che hanno come caratteristica la passione per l’oggetto libro”.
Il punto è questo, lo scenario italiano è uno dei più favorevoli all’avvento degli e-book, proprio perchè costituito da lettori forti, che sono quelli che più traggono vantaggio dal digitale.
E non credo che tra loro ci siano molti feticisti, la maggior parte non ha ancora seriamente provato un reader e non sa bene di cosa si tratti. Sono convinto che dopo una breve esperienza non tornerebbero al cartaceo. Pensa che pochi minuti fa imprecavo perchè avrei voluto segnare un passo su un libro cartaceo e “metterlo in memoria”, ma ovviamente non potevo farlo.
E pensa che ho comprato Altai in formato cartaceo, ma l’ho riletto in formato digitale. 😉
Ah, comunque non sto dicendo che il digitale sia il “bene” o il “male”, su questo bisogna riflettere, dico semplicemente che soppianterà il cartaceo in tempi più brevi di quanto non si creda 😉
capito… in realtà il mio appunto era sulla confusione di IVA e percentuali di diritti. Sarà un ottimo campo di battaglia, vedrai 🙂
Molto interessante! Non sapevo di tutta questa confusione… è assolutamente assurdo che con un sistema che diminuisce i costi l’autore alla fine prenda ancora meno. E decisamente andranno chiariti i rapporti tra le pubblicazioni cartacee già esistenti e le versioni digitali… nella confusione, c’è chi se ne approffitta, da un lato e dall’altro.
Per quel che riguarda l’affetto per l’oggetto libro, anch’io penso che per ora sia ancora una diffidenza teorica, di persone che non hanno sperimentato la lettura su ebook reader (e devo ancora acquistare un ebook italiano che sia curato come quelli in inglese…). Poi, personalmente, penso che la bella edizione sarà sempre un bell’oggetto che non verrà sostituito… ma delle edizioni economiche potremo fare facilmente a meno.
Alla fin fine vincerà la comodità di lettura. Come ho già scritto dalla Lipperini il cd è obsoleto ed è “finito” perchè l'”mp3″ è più comodo. Io compro su itunes e con tre clik già sto ascoltando sul mio touch e basta un clik aggiuntivo, o meglio una connessione, per trasferire sul touch di mio figlio. 😉
con la differenza che quando ti metti le cuffie non ti importa nulla se la musica “proviene” da un mp3, CD o musicassetta. L’approccio al libro è diverso: passi dalla carta a uno supporto di ferro 🙂
Questa è l’unica grande differenza che rallenterà la penetrazione degli ebook, IMHO.
Speriamo che almeno abbassino l’IVA dal 20 al 4%, come è nei libri cartacei.
Mi importa eccome perchè negli altri casi devo cambiare il supporto, invece col mio touch ho una scelta quasi infinita. E non so se ti ricordi che casino tenere i cd in macchina o le musicassette. 😉
Riguardo all’ iva sono sicuro che il governo provvederà…alzando quella dei cartacei 😀
Valbe, ci siamo capiti male. Intendevo dire che con la musica il risultato *finale* percepito è lo stesso: ascolti musica in cuffia (semplificando sul discorso campionamento da CD a mp3).
Per gli ebook il risultato finale è il passaggio dalla carta al supporto di ferro. Cambia di molto e impatta quella che chiamiamo *UX* (user experience).
Ovviamente concordo con il discorso “collaterale” di avere CD, libri ecc… e sulla comodità del “non spazio”