I chiaroscuri di New York

New York può non essere come te l’aspetti.  Se pensi  che l’America e NYC, il suo emblema, siano lo specchio del progresso, della tecnologia, del futuro, forse ne rimarrai deluso. Non è poi così avanti più di una Londra o Parigi.
A New York respiri aria urban. Il fumo che esce dai tombini, i palazzi decadenti che si poggiano su grattacieli di vetro e cemento, i quartieri che si susseguono mutando repentinamente scenario.
Così capita che in una notte piovosa rimani a contemplare la punta di un grattacielo che scompare tra la foschia, illuminata da un alone sfumato.
Passeggi per il Financial District, dopo aver ammirato la Statua della Libertà. Con il capo all’insù, ti ritrovi nel degrado più totale di Chintown. Arrivi di sera a Times Square, e non capisci più dove finisce la realtà e inizia il film. I megaschermi alti 50 metri ti confondono, sembra un Piccadilly Circus alla decima potenza.
Giungi a un semaforo, vedi un esercito di persone che sta per attraversare la strada. Non ti accorgi che anche tu fai parte di un esercito: è lo schieramento opposto. Scatta il verde, i due eserciti si scontrano nel mezzo dell’incrocio. No, ti sei sbagliato. Non si scontrano. Ognuno procede per la sua strada. Anzi saettano. Tutti hanno fretta. I secondi a NYC scorrono più in fretta che nella nostra vecchia Europa? Può darsi.
Vedi il cratere del Ground Zero, ti rammarichi nel museo delle Twin Tower. Fai un salto al Central Park, e capisci che Villa Borghese è un piccolo giardino in confronto. Poi attraversi Harlem e giungi fino al Bronx, con un salto magari allo zoo. Ancora un altro mondo. Una delle tante facce di New York.
Alla fine, con i piedi a pezzi, decidi di prendere la metro. La metro è un mezzo semplice e rapido, ne sei convinto. Ma a NYC non è così. Ci vogliono 3 giorni per capire come funziona. Doppie linee, linee express. Colori, numeri e lettere. Downtown. Uptown. Oppure Queens e Brooklyn.  E quando finalmente credi di averci capito qualcosa, un bel cartello in stazione ti distrugge ogni certezza.
Ti fermi quindi a un crocevia, indeciso su quale strada imboccare. Oddio, non che sia così complicato. Manhattan è tagliata in orizzontale dalle streets, in verticale dalle avenues. Che fantasia. Perché noi europei ci complichiamo la vita con i nomi di artisti, poeti, uomini illustri e geografie improbabili? Take it easy. Incrocio  1st street/3rd avenue. Come giocare a battaglia navale. Take it easy.
Ed ecco allora che un tizio ti si avvicina e ti chiede se può esserti d’aiuto. In italia, una persona smarrita per strada è solo uno scocciatore. Oppure vuole venderti qualcosa. Che abbia bisogno d’aiuto non ti passa neppure per l’anticamera del cervello.
Ma i chiaroscuri di NYC non sono finiti. Divieto assoluto di fumare, spesso anche negli spazi aperti. Gli americani sono affezionati ai loro polmoni e ci tengono a conservarli intatti. Però il fegato gli sta antipatico, e si divertono a distruggerlo con hamburger a tre piani, farciti di salse e verdure. Ingrassi solo all’odore.
Ma su, c’è il libero arbitrio, ti dici. Infatti il menu è corredato di prezzo e calorie sotto ogni…  pietanza?
Bene, prova pure a trovare qualcosa al di sotto delle 900 cal. Mission impossibile. Pensi di fregarli con un’insalata? Non riceverai olio, sale e aceto. Ma un’altra salsa nel piatto. Già condita. Non hai scelta.
Sai di non avere molte speranze nei musei. Si sa, NYC non è Roma. Non ha duemila anni alle spalle, o anche di più. Tuttavia, anche se non apprezzi l’arte moderna, decidi di fare un salto al Moma. Guardi in tralice una palla viola, con un buco nel mezzo. Qualcosa vorrà dire, ma a te momentaneamente sfugge. Oppure osservi un quadro bianco. Sì, proprio tutto bianco. Libertà d’espressione. Non c’è che dire.
Preferisci allora il Metropolitan, ti senti a tuo agio con Picasso, contempli e ricontempli la “Persistenza della memoria”. Aggrotti la fronte su Amore e Psiche, perché quella più importante del Canova l’hai già vista al Louvre.
Continui a camminare. Nella Fifth Avenue, regno dello shopping più sfrenato. A Chelsea, all’East Village. NYC non finisce più. I tuoi piedi gridano pietà.
E, prima che tu abbia veramente afferrato tutto, è già giunto il momento di ripartire.
Ti riprometti che, prima o poi, tornerai in America, perché vuoi ancora vedere altri chiaroscuri e altri luoghi di questo magnifico continente.

30 Commenti

  1. Bel resoconto, di quelli che mi piacciono perchè colgono l'"anima".
    Ora non ci resta che sperare in una bella botta di ispirazione letteraria. 😉

  2. "Così capita che in una notte piovosa rimani a contemplare la punta di un grattacielo che scompare tra la foschia, illuminata da un alone sfumato." e senti un rumore avvicinarsi, ma sei così rapito dal drammatico romanticismo di quello scorcio che non ti accorgi di nulla, fai solo in tempo a capire che era una limousine nera con i vetri fumè…. ahimè…

    "I secondi a NYC scorrono più in fretta che nella nostra vecchia Europa? Può darsi." mi sembravi invecchiato in effetti.

    "Ti riprometti che, prima o poi, tornerai in America, perché vuoi ancora vedere altri chiaroscuri e altri luoghi di questo magnifico continente." ecco stavolta per favore fa il giro sul pacifico, la fossa delle marianne non mi deluderà come ha fatto il triangolo delle bermude!
    baci bacini baciottiiiii

    AHAHAHHAH

    😉

  3. A me spaventano i grattacieli. Sono veramente fobico delle altezze, anche vista da sotto. Mi hanno dato fastidio i grattacieli di 30 piani della periferia di Barcellona, non oso pensare il senso di soffocamento che mi verrebbe a Manhattan…Bel pezzo, Francesco! 😀

  4. io ho conosciuto un America diversa da NYC, che ancora manca ai miei viaggi.L'america secca e spaziosa delal california e dell'arizona, piu che mai lontana dalla mentalità europea

  5. io ho conosciuto un America diversa da NYC, che ancora manca ai miei viaggi.L'america secca e spaziosa delal california e dell'arizona, piu che mai lontana dalla mentalit

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  11. Francesco una descrizione fantastica….quasi quasi mi sembrava di vivere le stesse emozioni…………. splendida città e splendida ed emozionante descrizione… un abbraccio

  12. dovresti fare il giornalista/reporter oltre che scrittore…in questo pezzo hai davvero toccato tutte le reali sensazioni che ti possono suscitare luoghi del genre… con poche righe su un pc! Davvero bello!

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