Just for fun

Come potete vedere, sono un pessimo Avatar. Non avrei mai successo come attore. Che tristezza, sigh.

Ogni tanto le tocca.  Di solito aspetto che il tanfo diventi insopportabile. E’ che fa male ai cani essere lavati troppo spesso, così mi ha detto il veterinario.

Ok, la verità è che è una palla assurda lavare Virgola. Supero con tranquillità la fase “spazzola totale”, mentre Virgola guarda il sul alter ego di peli che cade a terra. Poi c’è la fase “shower”, il problema è evitare che si scrolli. Perché se capita, inonda il bagno.

Il momento peggiore è l’asciugatura. Finché si tratta di “Virgola versione Moira Orfei”, come nella foto, può anche andar bene. Ma quando poi arriva lo strumento del demonio, ossia il phon, la sinfonia cambia. Non so se è il rumore o il vento caldo, ma proprio non lo sopporta. E diventa una lotta tra me e lei. D’inverno, si sa, sono costretto. D’estate per fortuna la fiondo in terrazza. Quindi, mi pare ovvio, prossimo bagno a maggio.

Isterica di un cane.

Infine, un collega mi segnala un video tratto da Youtube. Adesso abbiamo le prove che Virgola non è un demone, ma un’incarnazione. L’avatar indiano di una reincarnazione. 🙂

httpv://www.youtube.com/watch?v=VCPsQb-rUp4

Brand Ambassadors

Al peggio non c’è mai fine. Un luogo comune, è vero, un modo di dire. Eppure è la prima cosa che mi viene in mente quando leggo articoli come questo su repubblica. Ultima frontiera del marketing virale, assoldare minorenni per diffondere il marchio attraverso la propria rete di conoscenze e quella che oggi ha preso ormai piede: il social networking. Convincerli a lavorare per l’agenzia _più o meno senza il consenso dei genitori_, cosa non troppo difficile vista l’età. Infatti:

L’agenzia ha reclutato centinaia di migliaia di bambini dai sette anni in su, con la promessa di regali e di una paghetta fino a 25 sterline (circa 28 euro) a settimana.

Inquietante. La pubblicità alla TV o alla radio è ormai preistoria. D’altro canto, il passaparola è un meccanismo che funziona molto meglio della pubblicità. Pensate a quando volete andare a vedere un film o leggere un libro, cosa preferite? Il comunicato stampa, il trailer o il parere di chi l’ha già visto/letto?

Risposta scontata. Il trailer/comunicato crea curiosità se è ben fatto, l’opinione popolare dà il colpo di grazia.

E in Italia? Non siamo molto lontani. Ho già visto (più e più volte) finte recensioni di libri _probabilmente scritte dagli uffici stampa delle case editrici_ per invogliare l’acquisto di un libro. IBS o ancor meglio BOL, ovviamente. Con un piccolo grande errore: la recensione non ha la freschezza e la genuinità di quella scritta da un ragazzino. Si vede a un miglio di distanza che è stata lasciata “ad hoc”. Così come quando si leggono le recensioni negative, fatte proprio per stroncare un autore senza mezzi termini, perché magari lui ha pubblicato e il recensore di turno è rimasto a bocca asciutta. Un esempio? Prendiamo Prodigium:

Selene da IBS ci dice che:

abbandonato dopo poche pagine per la banalità della trama e della superficialità che ne traspare. All’ennesimo stereotipo e alla fotocopia dell’insegnante di danza classica della scuola di “Amici” ho deciso che non faceva per me, ma nemmeno per i miei figli.

Ora, fino all’ultima virgola avrei rispettato il commento di Selene. Ci mancherebbe, non sono così pazzo ed egotico da pensare che il mio libro piaccia a tutti. Ma quando leggo: nemmeno per i miei figli, qualcosa mi puzza.

Madre Selene, Prodigium non contiene parolacce, bestemmie, violenza gratuita o messaggi diseducativi. Magari finisca il libro oppure, se proprio vuole trovare argomenti di questo tipo, legga altro. Gli scaffali delle librerie sono pieni.

Se invece non riesce a pubblicare, si impegni di più. Magari deve ancora trovare la sua strada, Madre Selene.

Ergo, tornando al discorso originario, gli Young Brand Ambassador sono molto pericolosi. Perché se a oggi era facile scoprire una recensione artificiosa, nel futuro la situazione potrebbe diventare ancora più complicata. Anzi, disonesta e fuorviante.

Pensare a eserciti di bambini che propongono ovunque un marchio per pochi spiccioli mi demoralizza tremendamente.

Snow + Anne Rice – Vook

Neve a Roma, come si legge un po’ ovunque. Evento raro, così come accadeva a Grosseto, circa una volta ogni 10 anni. Un’imbiancata deliziosa, che rende piacevole il freddo perfino a me, anche se durerà solo qualche ora e poi tutto tornerà come prima. Con qualche incidente stradale, perché i romani non sono ovviamente abiutati.

Ancor meno io, che mi sono fatto una decina di Km in moto sotto la bufera. Velocità massima 10 Km/h, tempo quasi un’ora. Congelamento: totale.

Ma ridiamoci sopra, visto che è venerdì.

Leggo un interessante articolo su Panorama: Anne Rice si dà al video libro, un racconto sui vampiri che scrisse qualche anno fa. Il formato, tanto per rimanere sul tema ebook e nuove tecnologie, sarà il vook ossia:

un vook è una sorta di ipertesto, un file multimediale che integra la parola scritta, video, audio e social network.

Leggere un vook è come leggere un romanzo su facebook, durante la narrazione compariranno filmati che integrano la storia, e man mano che si prosegue nella lettura è possibile condividere commenti e impressioni con altri utenti connessi al network. Se davvero l’iPad cambierà il modo di leggere romanzi, questo sarà anche dovuto al fatto che dopo secoli l’esperienza di lettura smette di essere un’esperienza puramente individuale per diventare un’esperienza “condivisa” in tempo reale.

Una sorta di digibook. Trovo l’idea (già usata da altri autori) interessante e all’avanguardia, capace di invogliare anche i lettori più pigri e rivoluzionando il concetto di libro.

Cosa ne pensate?

Mr Falloni from Finland

Mr. Falloni.

Così mi hanno ribattezzato a Helsinki. O forse mi sono espresso bene. Beh, il che ovviamente non mi dispiace, poteva andare peggio.

Helsinki d'inverno. C'ero già stato l'anno scorso, ma c'erano appena pochi centimetri di neve. Non quaranta. Il lago non era totalmente ghiacciato. E la temperatura non era -15. Capitemi, anche il più grande Falloni si congela a quelle temperature.

Lo sapete, non sono un amante del freddo. Preferisco di gran lunga le temperature equatoriali, ma per la famosa legge del contrappasso mi tocca sempre l'opposto.

Devo ammettere che Helsinki totalmente bianca ha un fascino del tutto particolare, panorami che ti tolgono il fiato. Ormai sono stato nella capitale finlandese una decina di volte o più, eppure mi sentivo completamente disorientato. Perché tutto era diverso, coperto da una coltre bianca. 

Ma mi sono rifatto con le cene. Sì, lo ammetto, sono caduto ancora una volta nel problema Renna.

Preciso che non è stata colpa mia. Volevo andare al mio ristorante preferito, il FishMarket, ma un mio collega non ama il pesce. Ed eccoci quindi alla carne. Un altro collega mi ha guardato di traverso.

"Povere renne… e babbo Natale?"

Ho fatto spallucce. "Il Natale è lontano. Le renne avranno tempo per riprodursi."

Buon appetito.

Letture in aereo (2/2): Leggere a metà

 

In volo per Helsinki, mentre attraverso l'appennino innevato che vede nella foto, leggo un articolo di Filippo la Porta sul Corriere della Sera. In pratica il giornalista riprende un'affermazione di Santiago Gamboa apparsa sul Paìs, che ama Sollers pur non avendo mai terminato i suoi libri.

Pag 100 o 200. E' la stessa cosa. Non occorre terminare un libro per capirne… il "sapore". Come una minestra, se ti piace non occorre finire la scodella per apprezzarla.

Non è un'affermazione del tutto sbagliata. I bravi scrittori non sono motori diesel. Sono capaci dalle prime pagine a immergere il lettore nella loro realtà (o finzione), far respirare loro l'Atmosfera, percepire lo scorrere del Tempo. Fargli toccare gli Abiti. I Profumi. la Musica.

Mostrare al lettore come se fosse la prima volta.

Questi sono i bravi scrittori. Non quelli che costruiscono premaboli di cento pagine, dopo le quali inizia la narrazione. Purtroppo non ci sono scusanti. Occorre professionalità. E per raggiungerla, sudore. 

Comunque, l'affermazione di Gamboa è vera fino a un certo punto. Prendiamo i gialli, i noir, o i thriller (OT: sto leggendo Fitzek, niente male) in questo caso la trama e l'intreccio non sono fattori secondari. Sono lo scheletro del romanzo. Con un finale che non sia scontato. Libri particolari, non per forza commerciali. Che sanno attirare il lettore nella loro ragnatela, prendersi gioco di lui, rivelargli la verità quando meno se l'aspetta.

Le parole di Gamboa mi hanno colpito. Mi fanno capire quanto c'è sempre da lavorare. Per migliorarsi.

Che ne pensate?

-15°

E’ la temperatura prevista a Helsinki.

E sto per partire.