Non ho paura di Scientology

Ne avevo già parlato in passato in questo post. Ma è sempre bene rinfrescare la memoria.

L’altro giorno ho letto un articolo tratto da City, che riprende un’intervista a Maria Pia Gardini. Una premessa doverosa: leggo e commento. Non mi è dato sapere quanto siano attendibili le risposte della Gardini, né se l’intervistatrice Angela Geraci ha riportato correttamente il suo pensiero (per esperienza personale, a volte un’intervista può essere “mal” riportata”). Appartengo alla categoria degli scettici, quelli che credono che comunque l’informazione su qualsiasi giornale possa sempre essere distorta.

Mi baso sempre sul concetto della frequenza. Quando trovo 100 articoli simili, c’è un 70% di possibilità che dicano la verità.

Dopo questo appunto, leggiamo pure l’intervista. Scusate, non si ride sulle disgrazie degli altri, lo so. Ma quando leggo:

I soldi sono un punto fondamentale.

In 9 anni io ho speso 1.840.000 dollari. Ne ho riavuti solo 500mila.

E’ difficile non ridere. Ignoranza e disperazione sono i punti deboli del nostro mondo. Vanna Marchi docet. Andiamo oltre.

E fra le piaghe sociali Hubbard mette anche omosessualità e comunismo.

Sì, per lui gay e comunisti sono malati.

Ben arrivati nel 2010! A.C. o D.C.? Postilla inutile, ovviamente. Ma se si commette il terribile errore, è possibile rimediare?

È difficile uscirne pure perché loro conoscono i “segreti” della gente?

Eh sì. Sei sempre soggetto a ricatto.

Lei ha subito minacce quando è uscita?

Dopo le mie apparizioni pubbliche. Mi hanno messo un gatto morto fuori casa, mi hanno tagliato le gomme dell’auto, hanno dato fuoco alla mia macchina.

Non è la prima dichiarazione simile. E non sarà neppure l’ultima. Come sempre, diamo un’occhiata anche a Wikipedia.

Come ho ribadito nell’articolo precedente: informarsi bene, quindi scegliere.

The Dentist*Reload

“E’ andata meglio dell’ultima volta, vero?”
Lo guardo di sbieco. Blatero qualcosa.
“Come?”
“Hum.”
Mascella bloccata. Pelle insensibile dall’orecchio sinistro a metà labbro. M’illumino di immenso.
“Dunque, signor Falconi, stiamo battendo un po’ la fiacca.”
La fiacca? Mi hai appena strappato due denti del giudizio. Quello inferiore è enorme. Con due radici ricurve, come nei cartoni animati. O nei film horror. Non c’è differenza.
Non plenso plopio.
“Dobbiamo fare una cura canalare al 13.”
Me lo gioco al lotto. Magari vinco.
“E quindi partire con l’impianto.”
Wao. Sono emozionato. Pronto come non mai.
“Ma ha atteso troppo, l’osso si è assottigliato.”
Inspirare. Espirare. Non promette nulla di buono. “Quindi?”
“Dental Scan.”
Non hai mai fatto un dental scan? Antico.
“Per vedere in tre dimensioni come dobbiamo intervenire. E come aggiungere dell’osso.”
Sorrido. O tento maldestramente di farlo. Perché, non so, la frase aggiungere osso mi suona proprio male. Ma tanto.
“Cioè?”
“Dunque, in genere si usa materiale sintetico. Dipende dai risultati del dental scan.”
“Altrimenti, cosa? Il mio osso?” ironizzo. Prendo la vita con piacere. Perché io amo il dentista. Dalle viscere.
“Beh, sì.”
Inorridisco. Piego le labbra ancora. Mi sta prendendo in giro. Ci sono cascato. Che cretino.
“Eh, immlagino. Maglari dal piede o dall’anca.”
Lui è serio. “In genere dall’anca.”
“Scoldatelo.”
“Oppure dall’osso dove era poggiato il dente del giudizio.”
Già il dente sul tavolino. Mi farebbe un occhiolino se solo potesse.
“Falconi, stiamo battendo la fiacca.”
Come no. Mi avanza un po’ di tibia. La conservo dai tempi del liceo. Appiccichiamola in bocca. Che ci frega.