Il calderone Terra Nova

Lo aspettavo con ansia. L’ultima fatica di Spielberg versione TV.

Che dire, non mi ha convinto del tutto. La partenza non è male, un 2149 distopico condito di ottimi cliché: aria irrespirabile, natura distrutta dall’uomo, controllo demografico, regime quasi dittatoriale. Niente di nuovo. Peccato che i primi dieci minuti siano tirati via in un modo davvero becero: si sa, le puntate pilot o “acchiappano” o fanno floppare la serie. Per cui rapidamente si deve superare il continuum spazio temporale e attraccare a Terra Nova, una specie di Jurassic Park Reload datata 85 milioni di anni fa, in una dimensione parallela (perché, come spiega la figlia saputella, se sposti una sola pietra nel passato cambia tutto il futuro. Già, che concetto estremamente originale).

Per il resto? Uomini contro le bestie primordiali molto affamate. “Ragazzini” pronti a violare le regole, che si trovano in un mare di guai e vengono salvati dai “grandi”. Il tutto con lo sweet leit motiv della famiglia unita, il figlio problematico ribelle, il padre Indiana Jones, la madre apprensiva, la piccola figlia secchiona che sa tutto, ottimamente sfruttata come infodump per insegnare allo spettatore un accenno di fisica quantistica buttata là e un pizzico di astronomia da quinta elementare. Velate, ma non troppo, le prossime love stories adolescenziali, che sono quel pepe in più per raccattare gli spettatori teen. A proposito, gli attori teen, tutti ovviamente belli, rigorosamente occhi chiari e capelli scuri.

Chi manca all’appello? Gli antagonisti. Sixtiers, o roba simile, guidati da una Tomb Raider che ha i cosiddetti d’acciaio. Il tutto però mostrato in modo confuso e disordinato. Ma un antagonista deve esserci, e i tirannosauri sono un po’ ripetitivi quando parlano.

E poi? L’effetto Lost. Quattro o cinque geroglifici sulla pietra, il mistero da svelare che dovrebbe far alzare il tasso di curiosità nello spettatore. Chissà, forse ce li porteremo avanti per quattro serie, sperando che anche stavolta non siano gli Antichi Egizi. (Vi prego, lasciateli riposare nei loro sarcofagi).

Manca nulla? Ovvio, il figlio scomparso, molto disneyano. E il padre che, guarda caso, è pure il capo della colonia. Vedo un bel sacrificio a fine serie, con tanti fazzoletti bagnati di lacrime, e il figlio che ricompare in un bel cliffhanger.

Insomma, il calderone di Terra Nova è pronto: basta mescolare un po’ a destra, un po’ a sinistra.

Il risultato è un pilot che si lascia guardare con indifferenza, con effetti speciali sufficienti, una trama che sa troppo di rivisto e una sceneggiatura scadente con dialoghi fin troppo telefonati.

Vediamo. Non lo boccio del tutto, Vampire Diaries era partito malissimo per riprendersi a metà della prima serie.

Per adesso, tuttavia, resta una delusione.