Facebook e l’antifacebook

Facebook e anti-Facebook. Social e anti-social. Questo è il problema. O anche no.

Mi sto accorgendo però che ultimamente molte persone si stanno allontanando dai social, o diverse che hanno deciso di starne fuori fin  dall’inizio per motivi di privacy. Ed è la privacy proprio il punto debole e forte di Facebook che con la sua Timeline cerca di recuperare ciò che gli manca: ossia il gap pre-Facebook era. Infatti la nuova versione – che tutto sommato a me non dispiace – ci invita a riempire questo spazio vuoto, segnalando tutto ciò che ci è successo dalla nostra nascita fino alla comparsa di Facebook. Operazione che, a mio avviso, avrà poco successo.

Ci ragionavo, tuttavia. Il Facebook di oggi, per quanto mi riguarda, mostra un 10% di ciò che sono e che faccio. Ed è il 10% di ciò che io voglio mettere in mostra e condividere, con svariati filtri e versioni a seconda dei miei gruppi. Il diario personale, che dovrebbe tracciare tutto ciò che facciamo, non sarà mai la vera timeline della nostra vita. Non riuscirà mai a costringerci a rendere pubblico l’impubblicabile. Mostrerà solo una parte di noi, una maschera, una particolare versione che abbiamo desiderato costruire. Una fiction della nostro essere, spesso mistificato.

E credo sia giusto così. Tra cavolate, discussioni interessanti, rapidi status, la nostra vita rimarrà comunque privata.

Idem per gli avversari di Facebook, come Google + che non è mai decollato, o il prossimo SOCL di Microsoft – a mio avviso un flop già prima di nascere.

Però, resta il Facebook hub, il punto di ritrovo, la distrazione, la curiosità, il reality virtuale. Un social che si sta pian piano spostando verso l’epoca web 3.0, dove il geo-tag, il geo-social, la geo-chat faranno da padroni. Sempre più rapidi, concisi, sempre con minor tempo a disposizione, tanto che i tweet di 160 caratteri saranno un’epopea al confronto. Sempre più virtuali e irreali, gonfiati e inesistenti, fino a quando anche quest’abitudine ci verrà a noia e le tendenze cambieranno di nuovo.

Funziona così nel mondo di internet e in quello delle comunicazioni. Con la differenza che le marce adesso sono ridotte, e tutto cambia molto più rapidamente.

E poi? Staremo a vedere.