Haters

Haters.

Una nuova specie? Non proprio.

Esistono da molto? Sì.

Prolificano? Come ricci. Sono sempre incinta.

Ma chi sono, quindi? Ombre. O maschere di marketing.

Dove stanno? Dappertutto. Alla radio, in TV, al supermercato, in mezzo al traffico cittadino. E, ovviamente, in rete. Qui pascolano in tutta tranquillità, perché la rete permette l’anonimato. Perché la rete permette di inventarsi uno pseudonimo, sia per quelli famosi, sia per gli sconosciuti. Ma l’anonimato e lo pseudonimo hanno sempre le gambe corte. /Yes, tu che leggi, mi riferisco a te. Parlo spesso con te, e so chi sei. E me la rido spesso quando ti arrampichi sugli specchi, sappilo. Oddio, per un po’. Poi ho meglio da fare./

Quanti anni hanno? Si va dai 14 ai 50.

Perché lo fanno? Sono tanti i motivi. Godono nel vedere gli accessi al proprio sito salire, per un attimo si sentono la stella più luminosa nel maremagnum universale che è internet.

Che tristezza… Be’, ogni persona ha l’istinto primordiale di mettersi in evidenza e tentare di annaspare nella marmaglia. L’uomo è fatto così. La rete è solo un mezzo tra tanti.

Solo per questo? Oh, no, magari. Alcuni lo fanno perché si annoiano. Il che è possibile a 14 anni (be’, io mi annoiavo scrivendo Estasia), è un po’ più patologico quando l’età cresce. E ne provo invidia, visto che lotto contro il tempo ogni santo giorno. Beati loro.

E poi? Poi c’è chi lo fa come sfogo personale. Perché, limitandoci alla letteratura fantasy, scrittori come Licia Troisi /non per sua culpa, per carità/ hanno creato il boomerang scrittore velina. Ricco e famoso subito. Se poi non ci riesci, ti incazzi. E quindi fai di tutto per non far vendere il libro edito /spesso regalandogli pubblicità gratuita/, e insulti il suo autore.

Tutti così, tutti scrittori sfranti? No. Chi segue quei blog sono anche coloro che si divertono nutrendosi di insulti e di vilipendio. Succede ovunque: le redazioni in TV preparano litigi ad hoc. Chissà forse nascerà un nuovo tipo di lavoro: il creatore di litigi. Perché piace ai telespettatori del web e dei media: un  mix perfetto di insulti, offese, litigi. Fanno un sacco di audience.

E quindi è impossibile intavolare una discussione? Intavola pure, ma ricordati che ci sono due schermi e l’etere. E il tempo per pensare, mistificare le parole, girare la frittata. Un sacco di tempo. Tu hai tutto questo tempo da buttare?

E qual è la soluzione? Ignorarli.

Funziona? No. Alcuni si annoiano e spariscono, forse capendo che c’è una vita altrove. Poi ci sono quelli che una vita non ce l’hanno, per cui continuano finché Madre Natura glielo consente. Poi ci sono le figliate, i ricci non scherzano. Un cambio generazionale che osservo divertito.

E allora è una battaglia persa in partenza. Ma no, è una battaglia non che va semplicemente combattuta. C’è spazio per tutti. E c’è spazio per il chissenefrega.

Non andrebbero combattuti? Certo. Come mille altre cose più importanti che accadono ogni giorno. Allora, concentriamoci su altro.

Ma spesso esagerano. Come sul blog di GL D’Andrea, dopo quello che è successo a Lara Manni. Certo, anche tra gli haters ci sono diversi livelli di deficienza, che vuoi farci. E c’è sempre qualcuno che fa la pipì fuori dal vaso. In tal caso, quando si esagera, è molto semplice far partire una querela. Altrimenti, again, ignore.

Ti è mai capitato? Sì. Ho ignorato e ho querelato. Non è così complicato, alla fine. Time saving. No more effort.

Condividi la scelta di GL? Mi spiace molto. Non la condivido, ma la capisco. E ritengo che ogni persona debba agire come più crede. GL ha una testa, se ha fatto questa scelta è frutto di un lungo ragionamento. E poi, mica parte eremita. Chi vuole può comunque sentirlo, magari parlando dei suoi libri e non di come si fa la barba. Sarebbe più intelligente.

That’s all folks. Grazie.

iFollia

Sapete che sono un appassionato di Apple. Inutile che vi stia a dire perché: mi piacciono i prodotti, sono piacevoli da usare, funzionano e trasformano l’incubo windows in un lontano ricordo. Tanto che possiedo in iPod, un iMac, un macbook, un macbook air, un iPhone e un iPad. Direi che sono al completo e, che ci crediate o no, li uso tutti sia per lavorare sia per cazzeggiare. L’iPod in palestra, l’iMac è il computer principale, il macbook è stato regalato, il macbook air quando sono in viaggio, iPhone per tutto, l’iPad per leggere, consultare news, email, internet a casa e fuori.

Questa è la mia piccola iFollia, ma c’è chi sta molto, molto peggio di me. In confronto sono un pivello.

Guardate il video sotto:

httpv://www.youtube.com/watch?v=hIZtBMUVT1g

La tipa si è messa in fila da mercoledì notte di fronte all’Apple store di New York, per poi vendere il suo posto a 900$. (posto che è stato poi acquistato).

Credo che sia imbattibile

Follie dall’Italia e dall’estero

Brutto essere grasso che leggi questo blog, vedi di rimetterti in carreggiata. Perché il grasso non è bello. Perché a me non frega una cippa se l’obesità è una malattia grave, psicologica e fisica. Mi dai solo fastidio. Sei una spesa. Devi pagare.

Un sunto estremizzato di quello che leggo su questo articolo tratto da Repubblica, dove si dice:

La compagnia aerea Southwest si riserva il diritto di far pagare due biglietti a ogni passeggero obeso. L’università Lincoln in Pennsylvania avendo il numero chiuso seleziona gli studenti anche in base al peso. Lo Stato del North Carolina fa pagare una sovrattassa per l’assicurazione sanitaria ai dipendenti pubblici troppo grassi. E certe agenzie per le adozioni rifiutano candidature di genitori sovrappeso.

Quanta fatica. Uccidiamoli, no?

I grassi  –  scrivono i due leader della ribellione  –  hanno meno probabilità di essere assunti in un’azienda, se trovano un posto vengono pagati meno, sono discriminati nelle ammissioni alle università, si vedono negare le cure mediche, i sedili degli aeroplani, e quando entrano in un negozio di vestiti sono i clienti più bistrattati. Sono trattati come dei sotto-uomini.

Già. E’ l’America direte voi.  La patria delle contraddizioni dove il palestrato full day va a braccetto con la signorina hamburger da 3 piani. L’ideologia della repressione psicologica non della cura preventiva.  Perché si sa:

Gli Stati Uniti spendono ormai 344 miliardi di dollari all’anno per curare le patologie legate al peso (dal diabete alle malattie respiratorie), ed entro otto anni il 21% di tutta la spesa sanitaria americana sarà assorbita dai malati sovrappeso.  l’ultima trovata sono le tasse contro i soft-drink (bibite gassate e zuccherate), contro i dolciumi e altro cibo-spazzatura. Ma anche questo è un accanimento fine a se stesso, secondo la sociologa Katie Le Besco del Marymount Manhattan College: “E’ un altro modo per dire: sei grasso, paga. Ed è una tassa sui poveri, perché purtroppo il junk-food è dominante nella dieta delle classi sociali più sfavorite”.

Vabbé ma noi siamo in Italia. Fermi, scusate, noi abbiamo il Vaticano. Tanti voti per un governo che entra uno che esce. Tanti che si leggono queste notizie.

È il primo istituto della capitale a mettere in pratica la mozione votata nel giugno scorso dalla Provincia di Roma, che si è impegnata a sostenere la diffusione dei profilattici nelle scuole superiori insieme a corsi antiaids. Acquisto discreto, veloce e anche a prezzo politico perché i condom verranno venduti a costi di fabbrica: 3 pezzi a 2 euro. Insieme ai preservativi saranno distribuiti anche gli assorbenti.

Ma ovviamente fare sesso è peccato.

E subito il Vaticano, per bocca del cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ribadisce la sua condanna all’iniziativa, esprimendo “viva preoccupazione per le banalizzazioni della sessualità”. Lo stesso Vallini, in una nota diffusa all’indomani dell’approvazione della mozione, aveva detto che la distribuzione dei preservativi a scuola “non può trovare consenso nella comunità ecclesiale di Roma e nelle famiglie cristiane seriamente preoccupate dell’educazione dei loro figli”.

Siamo tutti nello stesso mondo, che vi piaccia o no.

Brand Ambassadors

Al peggio non c’è mai fine. Un luogo comune, è vero, un modo di dire. Eppure è la prima cosa che mi viene in mente quando leggo articoli come questo su repubblica. Ultima frontiera del marketing virale, assoldare minorenni per diffondere il marchio attraverso la propria rete di conoscenze e quella che oggi ha preso ormai piede: il social networking. Convincerli a lavorare per l’agenzia _più o meno senza il consenso dei genitori_, cosa non troppo difficile vista l’età. Infatti:

L’agenzia ha reclutato centinaia di migliaia di bambini dai sette anni in su, con la promessa di regali e di una paghetta fino a 25 sterline (circa 28 euro) a settimana.

Inquietante. La pubblicità alla TV o alla radio è ormai preistoria. D’altro canto, il passaparola è un meccanismo che funziona molto meglio della pubblicità. Pensate a quando volete andare a vedere un film o leggere un libro, cosa preferite? Il comunicato stampa, il trailer o il parere di chi l’ha già visto/letto?

Risposta scontata. Il trailer/comunicato crea curiosità se è ben fatto, l’opinione popolare dà il colpo di grazia.

E in Italia? Non siamo molto lontani. Ho già visto (più e più volte) finte recensioni di libri _probabilmente scritte dagli uffici stampa delle case editrici_ per invogliare l’acquisto di un libro. IBS o ancor meglio BOL, ovviamente. Con un piccolo grande errore: la recensione non ha la freschezza e la genuinità di quella scritta da un ragazzino. Si vede a un miglio di distanza che è stata lasciata “ad hoc”. Così come quando si leggono le recensioni negative, fatte proprio per stroncare un autore senza mezzi termini, perché magari lui ha pubblicato e il recensore di turno è rimasto a bocca asciutta. Un esempio? Prendiamo Prodigium:

Selene da IBS ci dice che:

abbandonato dopo poche pagine per la banalità della trama e della superficialità che ne traspare. All’ennesimo stereotipo e alla fotocopia dell’insegnante di danza classica della scuola di “Amici” ho deciso che non faceva per me, ma nemmeno per i miei figli.

Ora, fino all’ultima virgola avrei rispettato il commento di Selene. Ci mancherebbe, non sono così pazzo ed egotico da pensare che il mio libro piaccia a tutti. Ma quando leggo: nemmeno per i miei figli, qualcosa mi puzza.

Madre Selene, Prodigium non contiene parolacce, bestemmie, violenza gratuita o messaggi diseducativi. Magari finisca il libro oppure, se proprio vuole trovare argomenti di questo tipo, legga altro. Gli scaffali delle librerie sono pieni.

Se invece non riesce a pubblicare, si impegni di più. Magari deve ancora trovare la sua strada, Madre Selene.

Ergo, tornando al discorso originario, gli Young Brand Ambassador sono molto pericolosi. Perché se a oggi era facile scoprire una recensione artificiosa, nel futuro la situazione potrebbe diventare ancora più complicata. Anzi, disonesta e fuorviante.

Pensare a eserciti di bambini che propongono ovunque un marchio per pochi spiccioli mi demoralizza tremendamente.

Il Vaticano dei disordini

Qualche post addietro avevo parlato dell'eutanasia e di come in Italia sia difficile una legislazione progressista, vista la presenza del Vaticano. E anche in passato, sull'aborto e sull'uso dei preservativi nel terzo mondo.

Ma il Vaticano è una zavorra di voti politici, ovviamente, che affossa la possibilità per la nostra nazione di volgere lo sguardo al futuro.  A prescindere che il vento sia di sinistra o di destra, perché il voto è incolore.

Ecco quindi un'altra conferma, in un articolo di oggi sulla Repubblica.

Leggete con attenzione, perché se prima le parole dei Vescovi potevano sembrare lontane dalla società moderna, adesso trovo che siano non solo offensive ma anche pericolose. 

Perché quando leggo: 

"Il principio generale é che la conclamata e ostentata omosessualità é un peccato che esclude la comunione". 

Mi chiedo quindi su quale aggettivo porre l'attenzione. A me viene da pensare proprio al "conclamata". Ergo, nascosta va bene. Posso ricevere il sacramento. Magari anche diventare prete. Prete gay. Che ci importa. Basta non conclamarlo.

Oppure:

"Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza". Cosa dovrebbero fare i gay? "Pentirsi di questo orribile difetto", l'invito di Babini. 

Omosessualità come malattia, il che non è una novità da parte degli esponenti del Vaticano. Una malattia che l'uomo non deve conclamare ma nascondere e guarire.

Darwin non aveva pensato all'involuzione della specie. Perché, chi sa, magari poi toglieremo i sacramenti anche agli altri malati, agli schizzofrenici, ai down o ai malati di mente. Insomma, vogliamo tutti la razza ariana.

Oppure, possiamo sfruttare il Tevere per spingere il Vaticano alla deriva. Grazie.

Letture in aereo (1/2): Pratchett e l’eutanasia

 

Il creatore del Mondo Disco soffre di Alzheimer. Non riesce più neppure a firmare gli autografi. Eppure, come leggo di  un articolo di Fabio Cavalera, lancia il suo appello per istituire in Uk i Tribunali dell'eutanasia.

Poniamoci queste stesse domande del giornalista:

Come è possibile conciliare le sensibilità e i dolori individuali con i diritti e l'etica collettiva? E' giusto aprire una finestra legislativa che aggiri la punibilità personale del suicidio e dia un salvacondotto a chi, consapevole e di fronte alla irreversibilità della salute, desideri portare fine alle sofferenze. E' possibile archiviare la situazione attuale nella quale chiunque assista un malato terminale nel suicidio è considerato un sospetto omicida?

Pratchett sostiene la libertà dell'individuo nel presentare il proprio caso in tribunale. Un medico specialista in malattie incurabili e un legame in diritto familiare. Pratchett afferma senza mezzi termini che:

La professione medica ci ha aiutato a vivere più a lungo e in maniera più sana. Adesso deve aiutarci a morire con serenità, circondati dai nostri cari, senza lunghe permanenze nella sala di attesa di Dio.

Nel regno unito il 73% è favorevole a una legge sull'eutanasia che stabilisca leggi precise e combatta l'illegalità del gesto.

E, ne sono sicuro, presto ci saranno dei risultati.

In Italia? In Italia c'è il Vaticano. Inutile fare giri di parole, tirare fuori moralismi, etica, laicismi e fede nei miracoli in extremis. Come sempre, saremo in ritardo su tutto, tirati al guinzaglio dalla Chiesa e dai suoi voti politici. Niente PACS, niente leggi sull'eutanasia.

Il che si traduce nel dire che non siamo ancora liberi.

iMania for a Geek

https://videopress.com/v/wp-content/plugins/video/flvplayer.swf?ver=1.15

Parliamo di fobie. Quindi di Apple. Una delle mie manie da quando ho scoperto l’iPod. A cui è seguito il macbook. Quindi l’iMac. Infine l’iPhone. Ok, sono un geek. Lo ammetto.

iPad. Sopra un video abbastanza esplicativo. Ce ne parla anche Licia Troisi, anche lei una vittima della iMania-drug.

Tanto per stare ad alto livello: 10 ore di durata della batteria. Processore Apple A4 1 Ghz. Wifi e 3G. Leggerissimo. Al contrario del suo prezzo,  come di consuetudine Apple. Un giocattolo dotato della ormai famosa e imbattibile usabilità Apple? Chissà, forse. Appunto, andrebbe provato. Uno strumento a metà tra il notebook e il palmare, che supera i limiti di entrambi a seconda delle esigenze.

Con le sue limitazioni, grosse come una casa. MicroSIM (che è diversa dalla normale SIM, quindi la dovete comprare appositamente), non permette di telefonare ma solo di navigare. Niente fotocamera, ergo no chiamate Skype per esempio. Mi pare di capire che non sarà presente il modulo GPS, che serve non solo ai navigatori ma a molte applicazioni che sfruttano la location.

E quando arriveranno altri dettagli, troveremo le solite cavolate Apple, che poi qualche hacker penserà bene di Jailbreakare.

E poi iBook. L’applicazione di e-reading, ancora più importante della messaggistica, di iWork, della navigazione, del gaming. Perché è la vera novità, e si piazza su un mercato abbastanza inesplorato, eccezion fatta per il recente successo del Kindle.

Non voglio tornare sul discorso e-book, pirateria o quant’altro, ne ho già parlato. E ne parla oggi anche FantasyMagazine. Non giriamoci attorno: ciò che è digitale è piratabile. Punto.

Prima di farmi un’idea definitiva tuttavia voglio provarlo. Adesso però le cose si fanno più serie, perché l’Apple Store è conosciuto da tutti, grazie all’iPhone e agli iPod. Mi pare di capire, tuttavia, che l’iPad non avrà la tecnologia e-ink, che rende lo schermo “simile” a una pagina di giornale. Quindi non mi fa ben sperare, perché la vista si affatica di molto. Restiamo in attesa.

E voi, cosa ne pensate dell’iPad?