Prodigium, quarta ristampa

Leggo con piacere la news riportata sul blog di Asengard: Prodigium 1 raggiunge la quarta ristampa mentre Prodigium 2 la prima. Una mini serie di 4 anni fa, del 2008 esattamente, magari un po’ lontana dalle mie produzioni attuali ma alla quale sono particolarmente legato.  E, ovvio, sono felice per Asengard, casa editrice a cui sono molto affezionato e che ha sempre lavorato duramente e con professionalità.

Prodigium lo trovate quindi in libreria, nei vari store online, e anche in formato iTunes, Kindle ed ebook.

Ah, il solito cafone. Le ristampe non ci sarebbero senza di voi. Grazie.

Evoluzione negli ebook

Tornato in me dopo la sconfitta del maledetto virus, ho dato un’occhiata alla rete.

Ho trovato interessante il post di Sandrone Dazieri, circa l’esperienza di autopubblicazione di un suo libro sullo store Amazon. Leggete l’articolo, perché più o meno riporta le stesse conclusioni che avevo ipotizzato diversi mesi fa, quando in rete si (s)parlava della rivoluzione digitale degli ebook, della morte dell’editoria classica e via dicendo.

Ancora più interessante è il raffronto Italia – US (ma poteva essere pure UK), e difatti la sostanza cambia di poco.

Confusione. Oggi come oggi gli store (da Amazon a iBooks) non sono altro che un grande calderone di caos editoriale, dove autopubblicati e pubblicati sgomitano per alzare il proprio rank, ottenere una dannata visibilità, inventarsi recensioni fasulle e affossare il prossimo. Scusate, non vedo quale rivoluzione sia quella digitale, mi pare in tutto e per tutto una situazione identica a quella cartacea. La visibilità in questo caso è sugli scaffali in libreria – decisa più o meno dagli editori – nell’altro… idem. Perché conterà (come avevo più volte detto) la visibilità. Visibilità che difficilmente si otterrà senza un supporto ben definito (leggasi budget e soldi) e, a parte le stelle comete e le naturali eccezioni, il passaparola è difficile da innescare, specialmente per un esordiente il cui nome non è un marchio. Tanto meno valgono i trucchetti vecchi come il mondo (alias, finte identità, nickname, spam galattico eccetera eccetera). Utili, forse, ma solo per coloro che possiedono 40 ore in una giornata e che inseguono sogni di vanagloria che, prima o poi, la noia costringerà all’eutanasia.

Concordo appieno con le conclusioni di Sandrone sul futuro dell’editoria digitale e sulle librerie, putroppo. Un po’ meno sulla tempistica: resto convinto che una forte penetrazione dell’ebook sarà possibile solo quando i lettori saranno educati, fin dall’età scolare. 3 anni sono pochi, anche per raggiungere un misero 10%.

E, infine, sono d’accordo con le considerazioni sulle (poche) chance che l’era digitile porterà agli esordienti. E sì, anch’io penso che decreterà la fine dell’editoria a pagamento. Alleluia, direi.

Per la cronaca, Prodigium adesso è sull’iBook Store, per chi apprezza la mela.

 

Non mi vergogno

Non è un periodo di buone notizie, come avete letto nel mio precedente post. Purtroppo, Asengard ha deciso di chiudere i battenti, potete leggere la notizia sul loro sito.

Non mi è facile esprimere la mia opinione, perché sono coinvolto emotivamente. Asengard non è stata solo la casa editrice che ha pubblicato i due volumi di Prodigium. E’ stata una piccola famiglia, la palestra grazie alla quale mi sono staccato da Estasia, ho tentato nuove strade, ho cercato la mia vera vena da scrittore. No, non voglio fare un post strappalacrime, ma è doveroso spendere qualche parola per ringraziare Edoardo Valesesia. E’ proprio grazie a lui, al suo editing, che ho capito molti dei miei errori di esordiente. Un po’ come una scuola, dove ho imparato la forma mentis e l’approccio analitico che mi sarà sempre utile in futuro, e ho compreso come focalizzare i miei sforzi per migliorare la scrittura, costruire storie più interessanti, rendere l’editing finale più aggressivo ed efficiente.

Un grazie, sentito e sincero.

Poi. La decisione di chiudere, che già conoscevo da qualche giorno. Credo che Asengard l’abbia riassunta in modo sintetico ed esaustivo. Non devo aggiungere altro. Anzi, altro lo aggiungo. E si chiama onestà intellettuale. Non è una novità che i piccoli editori siano i primi a crollare durante i periodi di crisi, quando il mercato impazzisce e non hanno i fondi e la forza per continuare. Possono stringere i denti, possono durare qualche anno in più. Poi, arrivati al copolinea, devono fare delle scelte. Rimanere sulla propria linea, oppure passare a metodi meno corretti, come l’editoria a pagamento.

Asengard ha scelto la prima strada. Chiudere con dignità, senza insozzare il proprio nome e gli anni di fatica e sudore, o dedicarsi a un business che non ha più nulla di editoria. Senza fingere, senza sotterfugi, senza case editrici satelliti a pagamento, senza trucchi strani che hanno lo scopo di spillare soldi agli esordienti.

No, non mi vergogno, sono orgoglioso di aver pubblicato con Asengard.

Piccolo editore, ma di grande dignità. Che ha saputo pubblicare libri degni del genere fantasy, così vituperato, con un’attenzione maniacale ai contenuti e al packaging. Un editore ha deciso di tentare generi di nicchia che in Italia vengono appena presi in considerazione, come il new weird. Scelta azzardata? Certo, i fatti lo dimostrano. In rete si urla sempre contro i soliti cliché, i romanzi per bimbiminkia, le robette preconfezionate importate dall’estero e i libri con livello celebrale piatto. Eppure, sono quelli che vendono, mentre chi osa viene penalizzato. Questa è la verità. La rete parla, urla, ma la sua eco nasce e muore tra i bit dei blog e di facebook.

Il vero campo di battaglia è la libreria.

E questo mi spiace. Anzi, mi fa incazzare. Certo, non sarò io a cambiare il sistema né a combattere contro i mulini a vento, ma ci tenevo a precisarlo.

Infine, domanda che vi siete già chiesti, immagino: cosa succederà a Prodigium? Donc, non mi interessa parlarvene  oggi. E’ off topic. Ne riparleremo, ma più in là.

 

Uscita Nemesis e Prodigium 4

Yep, come sapete, today is the day. Nemesis esce oggi in libreria. Buona lettura!


Poi, leggete la bella news dal blog Asengard: Prodigium 4.

Come sempre, tutto merito vostro, non più mio.

Ora, vista questa news, mi pare poco carino lasciare Prodigium fuori dal concorso di domani sera. Ergo, un quarto premio, Prodigium L’Acropoli delle Ombre.

Non ditemi mai più che sono cattivo. Oppure, usate un sinonimo più interessante. No?



Videorecensione prodigiosa

Post del lunedì, ossia minimalista.

Segnalo la videorecensione questa volta di Anita Books – L’Ora del Libro su Prodigium – I Figli degli Elementi. Buona visione!

 

Sul fronte Gothica, una mini intervista firmata da Fabrizio Valenza sul sito Hotmag, qui.

 

Per l’Aurora delle Streghe, mi è piaciuto molto il post di Francesco Roghi (Castel Oricalco, qui), perché ha messo in luce un punto importante del libro che fino a oggi era stato preso poco in considerazione: il razzismo verso i gitani.

 

Ah, dal prossimo post si inizia a parlare di Nemesis. Data di uscita, illustratore di copertina e qualche piccolo spoiler.

Buona settimana!

Videorecensione Aurora e piccoli problemi

Prima nota: Prodigium ebook è disponibile anche su IBS (QUI), per gli affezionati di questo store.

Felice e orgoglioso di Asengard Editore, per aver messo tutto il suo store online. Alla faccia di chi vende fuffa.

Ieri ho visto la videorecensione dell’Aurora sul sito di Living for Books. La trovo magnifica, anche perché è la prima volta che un mio libro viene “videorecensito”. Guardatela, è davvero interessante. Trovo che colga i punti salienti del libro, io non saprei dirlo meglio.

Anzi, ne sono proprio lontano anni luce. Durante le presentazioni c’è una domanda che mi mette a disagio. Anzi, mi correggo, che mi terrorizza.

“Francesco, puoi dirci di cosa parla il tuo libro?”


Ecco, direte voi, che sei scemo? Non sai raccontare la trama del libro che hai scritto? Ma che scrittore sei? E poi a seguire una valanga di insulti.

Ottimo, avete ragione. Dovrei esserne perfettamente capace. Oddio, a essere sinceri in forma scritta mi riesce. La famosa sinossi. Già. Ma dal vivo no. Non lo so perché, parto forse dal presupposto che devo essere sintetico e mettere in evidenza i punti principali del mio romanzo e questo mi crea una gran confusione. Temo di essere troppo prolisso, noioso, di non riuscire a trasmettere in poche parole il “cuore” del libro. Se vedo uno che sbadiglia in platea mi blocco, cosciente di aver detto una marea di cazzate che non hanno convinto nessuno. Eppure, cristo, ci perdo due mesi per la costruzione della trama. Giuro che è movimentata… Vabbè, mi fermo.

 

Bene, tanto ormai sono in vena di autolesionismo, c’è anche un altro problema. Forse più grave. Quando faccio una presentazione può passare anche un anno da quando ho siglato con la parola “fine” la prima stesura. Sembrerà incredibile, ma mi dimentico alla velocità della luce cosa ho scritto. Vergognoso, ok. Terribile. Anche ignobile. Forse ho la memoria del pesce rosso. Direte voi:

“E come fai a scrivere il seguito di un libro se non ti ricordi neppure il primo? Che ti fumi, caro?”

Lo rileggo, ovvio (altra operazione sadica, detesto leggere i miei libri. Trovo mille cose che vorrei cambiare. Il che mi innervosisce alquanto). Oppure rileggo la decina di files che mantengo aggiornati su Scrivener, come la sinossi, scheda personaggi, plot/storyline, ambientazione, setup. Insomma, cerco di coprire le mie… lacune?

 

Bene, per fortuna sono un caso cronico isolato. Invece, Marika è bravissima a raccontare la trama dell’Aurora nella videorecensione.

E se l’assumessi? :p