Sponsor, l’ultima trovata dell’editoria

L’ultima postilla della settimana la dedico all’interessante articolo apparso su Panorama firmato da Filippomaria Battaglia: “Giovani Esordienti, pubblichiamo con gli sponsor”.

Bene. Ci mancava. Non che gli sponsor come supporto economico per un progetto sia una novità. Pensiamo per esempio alle TV Series, ai film, agli eventi sportivi ecc…, quante volte abbiamo visto la pubblicità (più o meno evidente) di un prodotto? Pepsy, Apple, Nokia, LG, automibili, Sky e via dicendo. Fin qui niente di male, non nascondiamoci dietro a un dito.

 

Il punto è sempre il solito. Specchietto per le allodole. Uno sponsor è per definizione un individuo che investe denaro per pubblicizzare il proprio prodotto, e la situazione non è affatto banale. Esiste una guerra tra gli sponsor per accaparrarsi gli spazi più ambiti, quelli delle trasmissioni più seguite e c he ottengono un maggiore share.

Ora, torniamo al punto di partenza: un esordiente, cioè uno scrittore che nessuno conosce. Se si tratta di un grande editore, che ha deciso di spingerlo, la situazione potrebbe essere anche vantaggiosa e plausibile, ma cosa accade per la piccola editoria che stenta a emergere in libreria (ammesso che abbia una distribuzione nazionale)? Sponsor locali, direte voi. Certo, anche. Ma se tu se un piccolo imprenditore e hai una somma da spendere, quale mezzo ritieni più proficuo per farti conoscere? Libri, davvero? Oppure TV locali e radio?

Insomma, non è tutto oro quello che luccica. Dal mio punto di vista saremo alle solite: sponsor con somme ingenti per grossi editori (ben distribuiti) e magari autori ben affermati. Chi non vorrebbe una bella pubblcità (più o meno subliminale) sul prossimo libro di Moccia o di Faletti?

13 Commenti

  1. Bah, ormai persino la pubblicità calssica in tv sta diventando inefficace…quello che è interessante è l’elevato numero di avvoltoi che volteggiano sul numero sempre più grande di scrittori e/o gente che si crede tale.
    Poi non sono sceso nel dettaglio di questa proposta, ma parlando in generale gli avvoltoi sono davvero moltissimi.

  2. Sai che, sapendo che parli di editoria e avendo in testa gli ebook, quando ho letto sponsor ho pensato a cose peggiori. Come pubblicità, link e cose del genere NEI libri/ebook, per tirar su soldi e poter continuare a venderli.
    Sei lì che ti leggi il tuo ebook e si apre un pop up, o una pagina invece di parole contiene un A5 con qualche stacco di coscia per venderti un liquore…
    Chissà se vedremo mai cose del genere…

  3. Mmm… il che accentuerebbe l’equazione: libro = prodotto di consumo, piuttosto che forma d’arte.
    Però, non so… Anne di Green Gables (meglio conosciuta come “Anna dai capelli rossi”), aggiunge nel suo primo romanzo una scena in cucina dove usa un lievito di marca, e vince! (be’, in realtà era stata la sua migliore amica, che aveva inserito tale scena a sua insaputa pur di farla partecipare al concorso! :D) Fosse tutto come nei romanzi…

  4. @Valentina Bellettini – Guarda, in realtà io non sono del tutto contrario agli sponsor, se usati intelligentemente.
    Esempio, tratto da Nemesis: Ellen che corre al parco ascoltando la musica. Se precisavo iPod, non succedeva nulla alla narrazione, e forse dava un tocco più attuale. Il punto è capire come gli sponsor siano sfruttati, e con quali vantaggi/svantaggi.

    Ricordo ancora il libro di Larsson in cui per un intero paragrafo fa una disanima su quanto sia figo l’ultimo Mac descrivendo tutte le componenti hardware… non ho mai capito se era l’autore fissato o si è trattato di sponsor…

  5. @Matteo Poropat – Anche in questo caso dipende come viene realizzato. Da come lo descrivi tu… sinceramente mi sembra una pubblicità molto invasiva che distrae dalla lettura (fra l’altro per un ebook, che non ci sono costi di stampa… lo trovo piuttosto inutile)

  6. Postato da: Francesco Falconi@Valentina Bellettini – Guarda, in realtà io non sono del tutto contrario agli sponsor, se usati intelligentemente.
    Esempio, tratto da Nemesis: Ellen che corre al parco ascoltando la musica. Se precisavo iPod, non succedeva nulla alla narrazione, e forse dava un tocco più attuale. Il punto è capire come gli sponsor siano sfruttati, e con quali vantaggi/svantaggi.

    Concordo (poi l’ho letto giusto ieri quel pezzo ;))
    Poi finché è così, che ti viene naturale e da realismo, e finché è dentro la narrazione e non in copertina… ci sta tutto, sì (si capisce che mi sto candidando per gli sponsor? XD)

  7. Nel cinema stà funzionando bene. ci sono medie case di prosuzione che con gli ssponsor stanno realizzando film abbastanza buoni che diversamente non sarebbero stati realizzati. La pubblicità oramai pervade la nostra vita, come tutte le cose può essere buona o cattiva. Voglio essere ottimista e sperare che questa sia un’opportunità per tutti esordienti e affermati Autori.

  8. Secondo me hai perfettamente ragione. Non può funzionare… con gli esordienti, perlomeno. In ogni caso, da lettrice “media”, confesso che non gradirei vedere pubblicità in un libro (che pago un tot già di per sè).

  9. Il solito specchio per le allodole. Potrebbe funzionare con autori affermati, ma non certo con gli esordienti. Molto più conveniente usare tv, radio o giornali.
    Gli avvoltoi son sempre in agguato e non tutti gli esordienti hanno gli strumenti per difendersi.

  10. Quella del “product placement”, ovvero il mettere in mostra il prodotto come nei film (vi ricordate nei film italiani un po’ vecchi la bottiglia di liquore di marca sempre in bella vista?) la ritengo una cosa per certi versi accettabile (l’Ipod è un “oggetto di uso comune”) ma facile a deragliare negli eccessi pazzeschi, mi basta pensare ad un protagonista che ogni tre pagine deve versarsi un bicchierino di amaro XXX e magari canticchia anche la pubblicità…

    A questo punto preferisco che sulla quarta di copertina ci sia la foto di una lattina di bibite o di un pacchetto di patatine!

    Comunque queste cose a cosa valgono, se un libro vende poche centinaia di copie?

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