OGM, prodotti transgenici

Come sapete, l’argomento OGM/prodotti transgenici (se vogliamo, fino alla clonazione) è un tema a me caro, tanto che è il motore del romanzo sociale Gothica.

Leggiamo un nuovo articolo sull’argomento, tratto da Repubblica. Commento qualche frase, come la penso lo sapete se avete letto il mio libro.

Ieri l’Alto Adige si è dichiarato Ogm free: con una norma provinciale l’utilizzo dei prodotti transgenici è stato messo al bando. Una decisione che l’assessore all’Agricoltura Hans Berger ha collegato a un quadro più generale: “Il parere negativo della gran parte dei consumatori e di un numero sempre maggiore di Regioni ha convinto la Commissione europea a cambiare la propria strategia, delegando ai singoli Stati la competenza sulle decisioni in materia di Ogm”.


Però, complimenti. Un bel modo per lavarsene le mani. Peccato che la questione OGM non sia affatto un problemuccio secondario, da delegare ai singoli stati. In questi casi ci deve essere una precisa direttiva europea. Oppure abbiamo la bandiera con le stelle tanto per sentirci fighi come l’America?

Galan ha detto che le dichiarazioni di Berger “ricordano molto una campagna promozionale dal sapore turistico”. E ha aggiunto che la “la legislazione attuale consente di vietare la coltivazione solo se si ha motivo fondato di ritenere che un Ogm rappresenti un rischio per la salute umana e per l’ambiente”, cosa l’Italia non è “in grado di dimostrare in maniera inequivocabile”.

Perché la legislazione attuale è sbagliata, tanto per cambiare. Motivo fondato? Non è in grado di dimostrare? Ovvio, perché ogni anno tagliate fondi per la ricerca. Meglio lasciare tutto nel grigio baratro dell’ignoranza. Caro mio, studi su effetti dannosi derivanti dagli OGM ci sono eccome. Allergie e quant’altro. Quadro completo? No, serve ancora ricerca, ma non abbiamo soldi, perché il governo li taglia. Ah, non dimentichiamoci che la questione non riguarda solo la salute. C’è anche un simpatico discorso di equilibri economici e di sfruttamento. Mai sentito parlare della Monsanto?

“La nostra è una posizione molto concreta”, spiega Stefano Masini, responsabile ambiente della Coldiretti. “Guardiamo come sono fatti la nostra agricoltura e il nostro territorio: ci sono più di 500 prodotti doc e igp; una rete molto estesa di siti protetti a vario titolo; proprietà estremamente frammentate, con una grandezza media di 5-6 ettari contro i 240 degli Stati Uniti. Imporre gli Ogm vorrebbe dire creare un sistema costosissimo e inutile: una doppia filiera che vada dai campi ai sistemi di trasporto nel tentativo, destinato a fallire, di evitare l’inquinamento dei prodotti tradizionali”.

Masini, concordiamo. Ma ci sono fatti, quelli della Monsanto e similari, di cui si parla troppo poco. Tipo il circolo vizioso: ti fornisco gli OGM perché avrai una produzione del 150% minimo. Poi ti fornisco anche i pesticidi adatti e anche i macchinari per le colture OGM. Ma i semi sono sterili, il prossimo anno ricomprali da noi. Ovvio, il prossimo anno costeranno il triplo. Non potrai permettertelo? Pace, puoi fallire o vendermi il terreno.

Easy.

Anche perché il rischio economico per il settore di punta del made in Italy alimentare è consistente. “Negli Stati Uniti il 15 per cento del territorio coltivabile ha problemi con una contaminazione da erbicidi legata all’uso degli Ogm”, conclude Masini.


Già, anche questo è vero.

La strada da percorrere è semplice quanto insidiosa.  Due considerazioni:

a- non siamo moralisti né conservatori. Siamo tutti favorevoli al progresso e alla scienza. Siamo tutti contrari ai paletti del Vaticano e della falsa moralità

b- Il progresso e la scienza, cosa nota, non sempre portano vantaggi alla società. Spesso sono asserviti a scopi meno nobili. Si va dai consueti clichè di Hiroshima, Chernobyl, alle più attuali industrie farmaceutiche


Quindi?

Quindi occorre:

a- fare delle buone leggi che non siano inquinate dalle multinazionali e dagli imperi economici che si spostano sul terzo mondo. Dopo la Cina sarà la volta dell’India, quindi dell’Africa.

b- investire nella ricerca, perché dobbiamo sapere con sicurezza gli effetti degli OGM


Grazie.

Un commento

  1. I danni non solo sull’uomo, ma sull’intero ecosistema sono noti.
    Occorre sì investire nella ricerca, ma soprattutto studiare il sitema d un certo territorio con i suoi equilibri e adattare il progresso in modo che non sia invasivo, ma ne sviluppi le capacità: sia un aiuto, non una pompatura per spremere al massimo le risorse. La natura va conosciuta a fondo e va rispettata, perchè se si ammala la terra, s’ammala anche l’uomo.

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