Letture in aereo (2/2): Leggere a metà

 

In volo per Helsinki, mentre attraverso l'appennino innevato che vede nella foto, leggo un articolo di Filippo la Porta sul Corriere della Sera. In pratica il giornalista riprende un'affermazione di Santiago Gamboa apparsa sul Paìs, che ama Sollers pur non avendo mai terminato i suoi libri.

Pag 100 o 200. E' la stessa cosa. Non occorre terminare un libro per capirne… il "sapore". Come una minestra, se ti piace non occorre finire la scodella per apprezzarla.

Non è un'affermazione del tutto sbagliata. I bravi scrittori non sono motori diesel. Sono capaci dalle prime pagine a immergere il lettore nella loro realtà (o finzione), far respirare loro l'Atmosfera, percepire lo scorrere del Tempo. Fargli toccare gli Abiti. I Profumi. la Musica.

Mostrare al lettore come se fosse la prima volta.

Questi sono i bravi scrittori. Non quelli che costruiscono premaboli di cento pagine, dopo le quali inizia la narrazione. Purtroppo non ci sono scusanti. Occorre professionalità. E per raggiungerla, sudore. 

Comunque, l'affermazione di Gamboa è vera fino a un certo punto. Prendiamo i gialli, i noir, o i thriller (OT: sto leggendo Fitzek, niente male) in questo caso la trama e l'intreccio non sono fattori secondari. Sono lo scheletro del romanzo. Con un finale che non sia scontato. Libri particolari, non per forza commerciali. Che sanno attirare il lettore nella loro ragnatela, prendersi gioco di lui, rivelargli la verità quando meno se l'aspetta.

Le parole di Gamboa mi hanno colpito. Mi fanno capire quanto c'è sempre da lavorare. Per migliorarsi.

Che ne pensate?

13 Commenti

  1. penso che sia un'affermazione giusta se vogliamo solo considerare un libro per com'è scritto, ma è una gran cavolata se invece vogliamo leggere un libro per conoscerne la storia. in un buon libro non si smette mai di assaporare, vedere, toccare ecc… e 100 pagine sono solo un assaggio della minestra (per usare lo stesso paragone)
    insomma credo che il suo sia un giudizio puramente tecnico. se non riesce a finire i libri vuol dire che la storia non lo ha catturato, ergo il giudizio che ne dà è parziale.

  2. Dipende da cosa si vuole scrivere. Per un romanzo come IT un preambolo di cento pagine può starci; in un libro di duecento no, in poche pagine occore immettere subito il lettore dentro la rete, farlo abboccare.
    Se si crea un grande mondo ci vuole tempo per immettere il lettore al suo interno o si rischia di gettarlo in un turbine di eventi che lascia sconcertati. O potrebbe ssere propio l'effetto che si vuole creare. Come succede con Erikson nei Giardini della Luna: duecento pagine di straniamento totale, avvolti in un vortice di eventi, come naufraghi in una tempesta che non si sa dove guardare e andare. Una scelta voluta, non fine a sè stessa, che fa accorgere della bravura, e grandezza, di questo scrittore. Da leggere. Ma un inizio simile va bene per una saga come quella del Libro Malazan dei Caduti.
    Inizi così funzionano in casi particolari. Altri sono così semplici e immediati da essere grandiosi. Come quello di L'ultimo Cavaliere: "L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì." Una sola frase che già fa presagire quando accadrà senza rivelare nulla, che dice e non dice. 
    Un buon inizio può aiutare a scegliere un libro e spesso un buon inizio è indice anche di un buon libro, salvo eccezioni naturalmente. Occorre fare attenzione, osservare e cogliere questi meccanismi se si vuole essere letti. Ma l'immediatezza non deve essere sinonimo di linearità e semplicità: tutt'altro. Ad alcuni potrà andare bene la storiellina, ma un vero scrittore non deve accontentarsi di questo: il vero scrittore deve guardare al lettore che vuole di più, che è esigente e non si accontenta.
    Ora sto leggendo L'ombra del Vento di Zafòn: quattordici righe sono state sufficienti a rapirmi. E l'impressione iniziale è stata giusta: un libro che merita di essere letto. 

  3. se ci si accontenta dell'inizio di un libro, di qualche frase a effetto, si farebbe prima a leggere libri di aforismi. il cuore e l'essenza di un libro sono nella storia, che non può e non deve essere messa da parte.
    quando su anobii segno un libro come "abbandonato" non è certo perchè mi è piaciuto troppo, non vi pare?

  4. quanto dici Naeel è giusto: l'essenza sta nella storia. Un buon inizio può però invogliare e far anche capire la validità dell'opera. Può succedere che a un inizio stentato segua una storia grandiosa: ma può anche succedere che la storia prosegua sulla falsa riga del principio (un paio di baby writer italiani tanto declamati hanno confermato questa cosa). Certo non bastono poche righe per giudicare un libro, ma possono bastare a invogliare a leggerlo. E se non si è incuriositi, non si ha voglia, cosa può spingere ad andare avanti?

  5. infatti, Odrhein, dici bene: essere incuriositi.
    un libro che mi incuriosisce è un prodotto che sì mi pice ma moderatamente. insomma è un'opera piacevole, che si fa leggere di buon grado, ma che non può aspirare ad avere un giudizio più che discreto (buono se lo stile merita).
    un libro che si fa amare, invece, ti smuove dentro. hai presente quando entri in camera e lo vedi poggiato sul comodino e pensi "oddio, non vedo l'ora che arrivi stanotte"? oppure, non so se ti è mai capitato, a me sì, ci sono dei libri che agiscono sull'umore. è difficile da spiegare, ma resto davvero in pena per le sorti dei protagonisti o mi preoccupo per una guerra incipiente. infatti quando leggo faccio delle facce…. ahahah  Lo so, sono strana.
    e in ogni caso credo che i libri che questo signore legge non siano poi così buoni, del resto non stimolano neanche la curiosità. ma cosa diavolo legge, l'elenco telefonico di Manhattan? bahhh…
     
     
    oh Falco ma dove sei? ti si sono ghiacciate le alucce e non riesci a spiccare il volo per tornare da Naeelluccia tua? 😉 ahahah meglio così!

  6. No, non sei strana: comprendo quello che dici, perchè provo anch'io queste sensazioni per un libro che ti prende davvero, come dover andare ad un incontro con un amante. Ok, sono due cose diverse, ma la spinta, la voglia,  è quella: sei rapito dal mondo, dai personaggi, dalle loro storie e vuoi essere al loro fianco per viverle, per accompagnarli, come un spirito invisibile che è appena dietro alla loro spalla. Partecipi alle loro vicende, tifi per loro, stai anche in pena per loro.
    Sì, capisco esattamente quello che vuoi dire.
    Poi per quanto riguarda la scelta del libro, l'inizio aiuta, ma non è certo solo su quello che si basa: c'è l'incipit, il titolo e quando possibile la lettura di altri capitoli per vedere se il modo di srvivere e le vicende prendono. Ma c'è anche un altro fattore: la percezione. Il sentore che il libro piaccia anche senza averlo toccato o sfiorato con gli occhi una sola frase. Almeno con me funziona così e direi che i risultati sono buoni 🙂
    Non ho letto l'articolo di cui si parla nella discussione: ho solo seguito il ragionamento di Francesco.

  7. mi sono accorta che avevo sbagliato a scrivere il tuo nick, sorry.
    Ohdrein, i matti siamo noi due che seguiamo i ragionamenti del falco. 😉
    pennuto: corri corri, ah dimenticavo… la tua macchina nuova… beh ecco… le gomme… sì, insomma, mi trovavo a passare dalle tue parti… 😀

  8. Non me n'ero nemmeno accorto 😛
    Saremo anche matti, ma non è così male: la compagnia è buona 😉
    Che hai combinato alle gomme? Rubate oppure…? Povero Francesco 😀

  9. Ma non si fa così!
    Ma lo sai che è uno spreco? Sai che in tempi di crisi come questi, quanto vale un pneumatico al mercato nero? Specie se sono termiche, dato che quest'anno sono quasi introvabili? Doveva gnaffarle:c'è da fare i soldi 😉
    La prossima volta, prima di mettere in atto il piano malefico, avvertimi, così si fa un bel lavorino: altre che gomme, gli si porta via tutto il pacchetto. Senza rubare, però: la si prende solo in prestito 😉

  10. Ma non si fa così!
    Ma lo sai che è uno spreco? Sai che in tempi di crisi come questi, quanto vale un pneumatico al mercato nero? Specie se sono termiche, dato che quest'anno sono quasi introvabili? Doveva gnaffarle:c'è da fare i soldi 😉
    La prossima volta, prima di mettere in atto il piano malefico, avvertimi, così si fa un bel lavorino: altre che gomme, gli si porta via tutto il pacchetto. Senza rubare, però: la si prende solo in prestito 😉 per un bel pò, naturalmente 😀

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