London

Tornato dall’ennesimo viaggio per lavoro a Londra. La capitale inglese mi ha accolto con i suoi consueti colori grigi, con il cielo perennemente plumbeo e una pioggia fine e fastidiosa. Nulla di nuovo, Londra è quasi sempre così, nulla di più lontano dal sole e dalle temperature tropicali che io adoro. Ciononostante, Londra continua ad avere su di me un fascino del tutto particolare. Quando ero più piccolo, Londra era la capitale del divertimento, la fusione delle etnie, la metropoli dove tutti sognavano di andare. Sono cresciuto, mi sono trasferito a Roma, e ho iniziato a odiare le città caotiche, il traffico che ti distrugge, la vita frenetica che fagocita ogni tua energia.

Eppure non riesco a non amare Londra. Così diversa dal fascino sofisticato di Parigi, dall’imponenza epica di Roma, che trasuda storia in ogni suo angolo. La Londra underground, patria dei musical, degli artisti di strada, fulcro di culture, centro nevralgico delle nuove tendenze, musa ispiratrice.
Ho sempre poco tempo per visitare la città durante i viaggi di lavoro, anzi spesso mi capita di avere solo qualche ora libera e, stanco per i lunghi meeting, non riesco mai a godermela appieno. Ma va bene anche così, perfino attendere 1 ora e mezzo all’aeroporto che l’Alitalia decida di partire.
Adesso ricarico un po’ le batterie, anche perché mi aspetta un maggio da panico. Presentazioni in mezza Italia e ancora viaggi di lavoro, stavolta a Helsinki.
Per il resto mi rilasso, tra una sessione di scrittura e l’altra, visto che la prima stesura di Prodigium2 si appresta alla conclusione.
E sì, mi sfoglio anche Estasia 3 – Nemesi.

2 Commenti

  1. Almeno tu ci vai a Londra. Io ho sempre desiderato andarci e mi andrebbe bene anche se fosse per lavoro.
    Andrea

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