Delirio

Volevo parlarvi dell’incontro di oggi a Perugia.
Volevo raccontarvi cosa ci siamo detti, quanto è stato discusso sull’editoria dei giovani adulti. 
Volevo riassumervi gli interventi di Loredana Lipperini, di Olimpia Bartolucci, Alice Bigli, Ivana Donati ed Elido Fazi.
Però ho fatto un errore.
Un grosso errore.
Ciò che non ho avuto tempo di fare stamattina. Leggere un giornale. Sfogliare Repubblica.it. Vedere cosa accade in questo mondo sempre più povero, sempre più in crisi.
Leggo questo.
E mi chiedo perché ancora esista il razzismo. Perché nel 2008 le persone siano così ignorante.  Un’involuzione della razza umana, forse. Ci penso un po’, perché non riesco a trovare una spiegazione.
E’ incredibile.
Incredibile che la gente abbia così tanta paura.
Paura dei propri simili, così poco diversi da noi.
Paura di essere inferiore, paura di scomparire tra gli altri.
Paura di non capire la loro lingua. I loro modi. Il loro pensiero.
Paura.
E mi domando ancora perché. Perché esistano immigrati che si indebitano per il sogno italiano, per poi scoprire che è solo un incubo. Un incubo che li porterà nei cantieri, nelle strade, nella droga.
Nel rifiuto, nei pestaggi, nel razzismo.
Nell’odio.
Poi trovo la spiegazione.
Il mondo sta semplicemente impazzendo. Una follia globale inarrestabile.
Un mondo che desidera soffrire e veder soffrire.
Un mondo dove ogni tabù è a portata di click, e solo il reale soddisfa la pazzia. E dona il piacere.
Un mondo privo di fantasia ed emozioni.
Mi chiedo cosa si può fare. Avere fiducia? Avere fede?

Non questa fede.
Lei non si interessa a noi. Non vive nel nostro secolo. Non ascolta i nostri bisogni. Non sente i nostri problemi.

Allora penso. E penso che vi racconterò di oggi, ma un altro giorno.

3 Commenti

  1. Guarda, io credo che i "problemi" (gravissimi senza alcun dubbio) che tu evidenzi non saranno quelli che distruggeranno il mondo.
    Se vogliamo essere onesti le cose sono molto migliorate (non in tutto il mondo ovviamente) anche solo rispetto al tempo in cui il fratello di mio nonno aveva vent' anni. In quegli anni lui si trovava in una trincea ad affilare la piccola vanga data in dotazione, visto che era molto più efficiente della baionetta per sbudellare il nemico.
    Quando fu congedato tentò la fortuna in america e lavorò in una segheria ne più e ne meno che come uno schiavo, fatto oggetto di un profondo odio razziale in quanto italiano.
    In italia non se la passavano meglio i braccianti agricoli nel meridione e se parliamo della chiesa….meglio lasciar perdere.
    E pensa anche alle malattie, allora si moriva per un' influenza (ricordiamo la "spagnola" che uccise milioni di persone) o per la tubercolosi o per la malaria o….
    In quanto a fantasia ed emozioni ti lascio immaginare quante ne potesse avere un operaio che faceva turni di 14 ore.
    Quindi non possiamo dire che le cose sono peggiorate, anche se prendiamo in esame l 'intera terra.
    Non dimentichiamo cosa combinavano i giapponesi in cina e corea ad inizio secolo o come si viveva in brasile.

    Quello che veramente mi preoccupa e ci porterà alla distruzione è l'assoluto disprezzo per il nostro pianeta. Il consumo forsennato di ogni fonte energetica, l'arroganza dei tecnocrati. Vedrai tra pochi anni(spero ovviamente di sbagliarmi) le prime rivolte per il pane provocate dall' uso dei biocarburanti.
    E quando comincerà a mancare cibo ed energia allora ritorneremo alle barbarie che tu citi. Allora tornerà il medioevo e la morte inizierà la sua danza. Allora l'umanità avrà concluso la sua parabola e finalmente la terra sarà libera. 🙁

  2. non credo sia la paura del diverso il problema. credo, piuttosto, che si tratti di mancanza di educazione familiare (dialogo) e autostima. secondo me fanno i vandali per affermare la loro personalità su persone e cose che non possono difendersi. in ogni caso il problema sta sempre a monte, cioè, questi soggetti non saranno puniti o comunque non saranno puniti a sufficenza. sono convinta che con la certezza di una pena SEVERA, dunque con la paura delle conseguenze di azioni violente, i giovani possano trovare altre strade per "sfogare" le loro attitudini e dare un significato alla loro vita.
    quanto alla fede credo che sia il caso di dire "aiutati che Dio ti aiuta" e aggiungerei FORSE! più che fede io li inviterei a trovare fiducia (in se stessi).

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