Impronte digitali

Sembra una maledizione. Ogni qual volta mi appresto a parlarvi del famoso "rigor mortis" in Estasia e, più in generale, nei miei libri, per dare – finalmente – una spiegazione a certe mie scelte narrative, mi cade puntualmente addosso una notizia che mi fa rabbrividire. La spiegazione del resto è molto semplice, il mondo dove viviamo è certamente più importante di una mia trama.
Se un po’ mi conoscete, sapete benissimo ciò che penso circa la sicurezza nella città, diritto che DEVE essere garantito a ogni cittadino, in modo che ogni ragazza o minorenne possa passeggiare con tutta tranquillità senza temere la sua ombra, che abbia la sicurezza di ritrovare la propria auto o la casa non svaligiata. Ma qui il problema è decisamente più complesso. Talmente complesso che si sta trasformando in una fobia così folle da sembrare una caccia alle streghe.
La criminalità c’è sempre stata in Italia e di certo non siamo mai vissuti in un paradiso prima che il problema immigrazione diventasse critico come in questi anni. Problema che, sottolineo, è stato creato dagli stessi italiani. C’è chi dice che non vogliamo più svolgere i lavori più "modesti", come la colf, il muratore o l’imbianchino, perché tutti ormai abbiamo una laurea o minilaurea e ci sentiamo potenziali impreditori, visionari ricchi, incompresi ricchi manager, famosi scrittori, quotate veline. La verità, dal mio punto di vista, è un’altra. Giustamente chi svolge questi lavori vuole uno stipendio adeguato, perché sono faticosi e spesso PERICOLOSI. Ergo, le aziende preferiscono la manodopera degli immigrati, decisamente sottocosto.
Ma usciamo un attimo dal problema immigrazione e concentriamoci su un altro aspetto.
Bene, leggetevi questo articolo sul sito di Moony Witcher.
Ecco, a dir poco allucinante. Mi viene da pensare al collarino d’acciaio che viene applicato agli uccelli per capire le loro migrazioni. Quei bambini non hanno nessuna colpa. Non hanno deciso di nascere in quella condizione, né di crescere per strada. Né tantomeno di essere costretti a rubare o chiedere l’elemosina.
Queste sono le cose che mi fanno ancora rabbrividire, purtroppo.
Sottoscrivo la lettera di Vanna Cercenà.

46 Commenti

  1. Siamo degli idioti, noi “umani”, non impariamo mai dai nostri errori… dicono che perseverare è diabolico, secondo me è fin troppo umano… cioè che sta succedendo è da schifo… sinceramente non mi riconosco più in questo paese… e non da ora…

    X-Bye

  2. nell’articolo si parla di prevaricazioni e violenze. prendere le impronte digitali è una prevaricazione? è una violenza?

    ma fatemi il piacere!

    voler poter riconoscere una persona nata e mai registrata è un abominio? e già, voi pensate ai bambini, ma tra 5 anni non saranno più bambini ma esseri perfettamente senzienti senza nome e senza volto. che poi il governo la voglia mascherare come una cosa a scopo benefico nei confronti dei bambini è una cosa che non sopporto, cacciate le palle e dite le cose come stanno: questi piccoli fetenti borseggiano, spacciano e fanno la carità per conto dei grandi, sapere chi sono per poterli assoggiettare alla legge del nostro paese mi sembra il minimo.

    come si fa a ledere i diritti di una persona che per lo stato (nessuno stato) non esiste (e quindi diritti civili non ne ha)?

    io sono assolutamente contro i campi rom, forse perché vivo in un quartiere popolare in cui gli zingari di etnia rom hanno appartamenti datigli dal comune in comodato d’uso gratuito perché non possiedono fonti di reddito, però, attenzione, girano con macchine del valore di 50.000€ minimo e tutte le sere spendono e spandono nei locali della zona.

    sapete che succede se uno zingaro vi viene addosso con la macchina? succede che siete nei guai perché non hanno assicurazione, non hanno patente e voi non potete fiatare per timore delle ritorsioni.

    vi chiedo: chi è la parte lesa in tutto questo gioco del finto buonismo?

  3. trovo inoltre aasolutamente STRUMENTALE l’uso che nell’articolo si fa della fotografia dei rom nei campi nazisti e vorrei ricordare, (a chi, al contrario di quanto dice, dimentica in fretta) che nei campi nazisti c’erano anche moltissimi italiani!

    per ultima cosa e scusate se mi dilungo, ma mi sono alquanto incavolata davanti a questa mareggiata di ipocrisia, è: la solidarietà, di cui l’autrice parla, nasce dal rispetto. tu vieni a casa mia, sii rispettoso di me, della mia casa e delle sue leggi, allora sarai un ospite ben accetto.

    p.s. :”Qualora questa misura fosse effettivamente attuata, violando a nostro parere i principi che regolano la convivenza civile come la Costituzione” VIOLANDO A NOSTRO PARERE????

    ma dico….

    decidere cosa è costituzionale e cosa non lo è non è certo il compito di due scrittrici per bambini!

    avrebbero potuto considerare il fatto di parlare a un pubblico adulto e pensante, invece di suggerire la risposta. pessima cosa!

  4. Naeel, trovo assolutamente scandaloso quello che hai scritto.

    Forse ti è sfuggito un piccolo particolare che ti ha profondamente confusa.

    L’articolo non parla dei Rom ADULTI che possono anche andare a rubare. Parla dei loro bambini.

    Persone minorenni, che non hanno di certo scelto di essere nati in quella famiglia e in quella cultura.

    E non credo che prendere le loro impronte vada a risolvere il problema, è solo un atto di puro razzismo che è ignobile accettare.

    Ancor più fuori luogo la tua affermazione sulle scrittrici, perché ritengo che possano tranquillamente esprimere il loro libero pensiero in un paese democratico.

  5. Personalmente ritengo che ognuno abbia il diritto di dire quello che pensa, sia gli scrittori che sollevano questa protesta, sia chi vuole smascherare l’ipocrisia che aleggia sempre. Soprattutto in Italia.

    Io sono del parere che le impronte non le si debbano prendere solo ai bambini, proprio per il motivo che dice Francesco: si rischia di creare una specie di razzismo serpeggiante. Ma questo non ha senso! Piuttosto, io le farei prendere per tutte quelle persone che non hanno documenti e non sono rintracciabili in alcun modo.

    Ma dico: ogni Italiano è schedato in mille modi e dobbiamo permettere che ci sia chi se ne gira liberamente nel nostro paese senza uno straccio di riconoscibilità? Il rispetto reciproco parte dal reciproco riconoscimento.

    Questo non è un discorso contro i rom, ci mancherebbe. Ma è un discorso contro chi – sulla base di un preteso buonismo da due soldi – continua a permettere che ci siano più crimini di quanti potrebbero essercene.

    Poi io sono il primo a dire che si è creata un’ondata di malessere contro i rumeni (e non contro i rom), che vengono additati come i responsabili della microcriminalità italiana. Eh no! I responsabili della microcriminalità italiana sono innanzitutto gli Italiani stessi. Per di più che sembra che la comunità rumena sia una delle più numerose in Italia: per quanto tempo i media vorranno farci credere che loro sono i maggiori delinquenti?

    Fabrizio

  6. Possiamo discutere se è giusto prendere le impronte a dei bambini. Ma una cosa è certa, se si fa si fa per tutti, altrimenti è discriminazione.

    E come sempre non si interviene laddove assolutamente necessario: l’educazione dell’infanzia.

    I bambini vanno formati ed educati, ma in che condizioni è la scuola in italia è sotto gli occhi di tutti.

    Detto questo posso tranquillamente affermare che la cultura rom non mi piace, e che i campi andrebbero assolutamente smantellati.

    Non c’è quasi nulla di buono nel modo di vivere caratteristico di certe etnie, e questo è un dato di fatto.

    Ovviamente non servono le ruspe ma serve l’integrazione.

    E la ricetta è molto semplice.

    I figli devono frequentare la scuola (ovviamente riformata) i genitori devono “subire” la “certezza della pena”.

    Certezza della pena che deve essere applicata a tutti gli italiani.

    Chi infrange la legge, se scoperto, deve sapere che avrà delle conseguenze.

    Poi su quali debbano essere le “pene” possiamo discutere.

    Purtroppo in un paese che “indulta”, “condona” e sottrae a questa “certezza di pena” chi governa…cosa mai possiamo aspettarci se non leggi “propagandistiche” 🙁

  7. Ecco Valbe, hai colto il punto.

    Il mio post non parla della cultura rom, né si mette a disquisire se sia giusta o sbagliata.

    L’articolo punta il dito contro a un atto di pura discriminazione, oltre a tutto, totalmente inutile.

    Vogliamo prendere le impronte digitali ai bambini? ammesso che sia una soluzione efficace, e non lo credo, allora prendiamole anche agli italiani non solo ai rom.

  8. non ha senso prendere le impronte agli italiani, perché gli italiani appena nascono vengono registrati.

    i rom, invece, non hanno nome né volto e anche se oggi sono bambini (e anche se bambini –ripeto– borseggiano, spacciano ecc…) domani saranno uomini.

    parlate di integrazione, ma dubito che vi siate chiesti come fare.

    ok analizziamo il problema.

    famiglia immigrata senza permesso di soggiorno. 2 genitori 2 figli.

    vivono in una baraccopoli perché non avendo il permesso di soggiorno non hanno la possibilità di prendere in affitto una casa.

    magari non trovano lavoro subito, e quando è così, qualcuno dovrà pur riportare i soldi a casa, quindi si mandano i bambini (sotto costrizione) a elemosinare o fare qualche altro lavoretto più remunerativo. (MA SOLO IO VEDO AL TG I VIDEO DEI RAGAZZINI ROM BORSEGGIATORI?) ragazzini non punibili o non “ri-educabili” in quanto ignoti. oppure i baby spacciatori che scappano dalle fogne… vabè di esempi ce ne sono a bizzeffe.

    quello che non capisco e a cui ancora nessuno ha risposto è: perchè dev’essere considerata una violazione dei diritti un’impronta digitale?

    allora lo è anche la foto per il passaporto! io, come tutti voi, sono schedata presso gli uffici della sicurezza di tutta italia, la mia macchina ha una targa apposta perché possa essere identificata.

    io sono a favore delle intercettazioni telefoniche, perché non ho nulla da nascondere e se domani mi chiedessero di dare le mie impronte digitali non mi metterei a gridare per la mia sensibilità ferita. del resto, cos’è un po’ d’inchiostro sulle dita a fronte di un passo verso la sicurezza.

    ovviamente, la prima cosa che dovranno modificare è la certezza della pena, quando la pena sarà certa non verranno più molto volentieri a delinquere.

    riguardo alle scrittrici, francesco, ho solo detto che non è cosa corretta suggerire l’idea che una cosa sia incostituzionale, semplicemente perché non è loro compito stabilire se davvero lo è.

  9. Ma come!

    Borghezio i Rom non voleva termovalorizzarli? Adesso che il petrolio scarseggia, c’è bisogno di energia rinnovabile e alternativa….

    SIGH!

    Stendo un velo pietoso su questo meraviglioso “pacchetto sicurezza”

    Penso che se i campi nomadi avessero un minimo di censimento e una registrazione tipo campeggio, sarebbe già un grosso passo in avanti.

    Senza schedare i bambini…

    Fab

  10. Impronte digitali a tutti gli Italiani? Semplicemente non ha senso, perché noi siamo schedati fin da quando siamo nati e in migliaia di modi!! Siamo reperibilissimi ovunque andiamo.

    Il problema è per quelli che non hanno documenti che, guarda caso, sono coloro che vengono in Italia in modo clandestino. I rom appartengono – quasi sempre – a questa categoria. Perciò impronte digitali per tutti i rom senza documenti, genitori e figli. Ovvio: bambini soltanto no!!! Questa è discriminazione. Ma tutti, anche gli adulti, sì: questa è giustizia!!! Poi si aggiunge l’applicazione della legge e la certezza della pena: qui la colpa è unicamente degli Italiani.

    E’ difficile far funzionare queste cose? Pare di sì, fin troppo…

    Fabrizio

  11. tanto perché non venga fornita una informazione parziale, omettendo dettagli che darebbero meno risalto allo scalpore e non permetterebbero ai benpensanti di gridare alla violazione dei diritti umani, informo che le impronte digitali di cui parla maroni nel “pacchetto sicurezza” si riferiscono sia agli adulti che ai minori. (peraltro trattasi di una modifica a una legge esistente dal 2002)

    ora scusate vado ad arrabbiarmi con mia madre perché quando avevo 2 anni mi ha fatto spogliare davanti a un signore vestito di bianco che aveva in mano una sirnga con la quale mi ha punto. ha violato la mia privacy! beh sì ok era per fare un vaccino, ma la privacy è più importante, dicono.

  12. @Fabrizio: noi italiani siamo “schedati” solo fino a quando decidiamo di esserlo.

    Se domani mi dò alla clandestinità solo le impronte digitali, il DNA o qualcuno che mi conosce possono svelarmi, esattamente allo stesso modo che un rom.

    In ogni caso, seguendo la logica discriminatoria, potrei anche dire che sarebbe meglio fosse obbligatorio un bel “distintivo” per i rom, così, tanto perchè gli onesti cittadini possano mettere una mano sul portafoglio quando li vedono. 😉

    Finchè si parla di stranieri, rom, italiani, non si arriva da nessuna parte e si crea solo confusione e maggior ricorso alla clandestinità. A meno che non si adottino soluzioni più radicali, già applicate in germania tempo addietro.

    La legge deve essere uguale per tutti e la pena certa, basta questo nell’ immediato.

    p.s.: può sembrare un’esagerazione ricordare il nazismo, ma certe cose non nascono di colpo, cominciano piano piano, senza scossoni, in maniera condivisibile.

    Il male è sempre ragionevole e banale.

  13. valbe: scusa ma infatti nessuno ha parlato di impirmere tatuaggi! è ovvio che se uno vuole delinquere lo può fare, che discorsi! il problema è che se io rubo nel mio paese mi mettono al gabbio dopo 5 minuti perché tutti mi conoscono, soprattutto HO UN NOME E UN COGNOME. chiaro?

    inoltre non penso che i carabinieri possano arrestare uno di cui non sanno neanche il nome.

    beato te che puoi andare in giro .libero e tranquillo, io non solo devo andare sempre con la borsa sigillata, devo anche fare attenzione a dove lascio la macchina e a chiudere sempre bene il cancello, mi abitano a 100 mt.

    forse voi non li conoscete i rom, non ci avete mai parlato, loro sono di un razzismo nei nostri confronti che voi non riuscite neanche a immaginare.

    loro non vogliono lo scambio culturale, non gliene frega un accidente. parlateci… andate, non abbiate paura.

  14. E’ vero che il nazismo è nato poco alla volta, basandosi su piccole cose.

    Ma più che le impronte digitali, che ritengo un semplice e innocuo espediente (peraltro previsto da quell’UE che poi si è scagliata contro Maroni, salvo fare marcia indietro non appena Maroni glielo ha fatto notare), mi ha preoccupato l’esercito nelle città. Ci sono i poliziotti e i carabinieri. Potenzino quelli, se vogliono aumentare la lotta alla delinquenza. Che c’entra l’esercito. Poi posso essere d’accordo a mandare l’esercito contro mafie e camorre varie, ma non come ordine pubblico comune. Questo sì (e non le impronte digitali) mi ha fatto parecchio preoccupare e non mi vede per nulla d’accordo!

    Fabrizio

  15. @Naeel: come già detto non mi piace la cultura, e le usanze rom. Secondo me sono da estirpare (non mi riferisco alle persone 😉 ). E non mi faccio problemi a dirlo.

    Proteggere il loro modo di vita sarebbe insensato come giustificare i massacri in Ruanda, visto che è usanza delle tribù tutsi odiare quelle hutu e viceversa.

    Ribadisco dunque che i campi vanno smantellati e i rom integrati.

    Detto questo bisogna considerare cosa cambierebbe nel momento in cui i rom fossero schedati.

    Secondo me assolutamente nulla riguardo a furti e violenze.

    Però cambierebbe qualcosa nell’ opinione pubblica. Si sentirebbe soddisfatta che finalmente è stato fatto qualcosa, e desidererebbe che si proseguisse nel solco già tracciato.

    Non dimentichiamo che il popolo ama la “vista del sangue”, e temo che chi vedesse immagini di campi rastrellati e bambini “censiti” sarebbe contento.

    Contento che finalmente la si faccia “pagare” a ‘sti delinquenti. E da cosa nasce cosa. 🙁

    Se poi vogliamo fare il discorso che per integrare occorre conoscere esattamente chi e come.

    Beh, sarebbe sicuramente utile poter stabilire se un bambino che trovo a Roma e lo stesso che anche a Milano non è andato a scuola, e quindi prendere gli opportuni provvedimenti.

    Ma la cosa vale per tutti i bambini, la dispersione scolastica riguarda tutte le etnie e le nazionalità.

    Ci sono un mucchio di famiglie italiane che non mandano i bimbi a scuola e non si sa nemmeno bene dove risiedono.

    Dunque schedatura alla nascita per tutti.

    p.s.: se tu rubassi nel tuo paese ti meriteresti minimo l’ergastolo…qualunque ladro sa che non si ruba mai dove si è conosciuti 😛

  16. Domanda: mi dite dove vi siete documentati sulla cultura rom? Cosa ne sapete e quali sono le vostre fonti?

    No, perché dire “è discriminatori prendere le impronte ai bambini rom” e poi affermare che la cultura rom va estirpata mi pare quanto meno contraddittorio.

    Non si accettano come risposte “lo sanno tutti che…” e via dicendo.

    Una cosa è chiedere il rispetto delle regole, imporre la certezza della pena, garantire a tutti un’educazione, un’altra è estirpare le culture perché non ci piacciono.

    Licia

  17. a valberici

    mi spaventano più alcune tue affermazioni che certi( ho detto certi e non tutti )rom ; è agghiacciante l’ affermazione che nella cultura rom non c’è niente di buono . da qui a dire che altre culture sono inferiori alla nostra il passo è breve . mi permetto di consigliarti la lettura di ” zoli storia di una zingara ” dicolum mc cann

  18. valbe: ahahahha hai ragione, anzi sarei proprio una pirla!

    comunque credo sia molto più invasivo per un popolo che fa della vita nomade una ragione d’essere costringerli a vivere in pianta stabile in un posto e civilizzarli, piuttosto che prenderne solo le impronte digitali per poter risalire al nome della famiglia. quelli che noi chiamiamo rom non vengono tutti dalla romania, ma da diversi paesi dell’area balcanica e vivono dove capita proprio come le romantiche figure dei gitani, ma di romantico non hanno nulla.

    gli zingari che vivono qui a giulianova sono andati a scuola (con scarsissimi risultati) ma non si sono mai integrati, continuano a rubare, a fare i cravattari e a spacciare e i più piccoli, sin dall’asilo, picchiano i bambini “civili” (così ci chiamano loro) per farsi dare telefonini, biciclette, ecc…. sono residenti qui da più di 20 anni!

    quindi cosa vogliamo fare? vogliamo preservare i loro usi e costumi rispettando il loro modus vivendi, oppure tentiamo di farli diventare come noi (beati gli illusi che ci credono)?

    io parlo così perchè vivo il problema in prima persona, perché parte della mia libertà è vincolata dal loro modo di essere, perché ho conosciuto e parlato a lungo con alcuni di loro. ah dimenticavo: loro non parlano mai italiano, anche i piccoli, a meno che non vi siano costretti. loro non si piegheranno mai alle nostre consuetudini, ecco perchè dovrebbe intervenire la legge con pene certe. seee figuriamoci!

  19. Vabbeh, discussione inutile veramente.

    Non parano mai italiano. Strano, ho avuto conversazioni con alcuni di loro e lo parlavano. Ma forse fa parte del complotto pluto-catto-giudaico-rom per diventarci simpatici.

    Dire che una cultura va estirpata è nazismo, punto.

  20. Però, firmarsi è il minimo, n. 19, per lo meno in una conversazione del genere…

    N. 19… aiuto, mi sa di schedatura!

    Fabrizio

  21. Beh Naeel, non credo tu sia l’unica a vivere vicino ai nomadi.

    Accanto al mio quartiere c’è il campo nomadi di Salone, uno dei più grandi di Roma.

    Eppure, se devo in qualche modo criticare il mio quartiere, mi viene da prendermela con Caltagirone o con altre scelte amministrative.

    A me i rom non hanno mai dato alcun fastidio. Mi hanno rubato una moto quasi nuova e tutte e quattro el ruote della macchina. Sono stai i Rom! Bruciamo le streghe!

    No, non me la sento di affermare una cosa del genere. Ah, sarebbe liberatoria, certo, specie per uno come me che non eccelle in pazienza.

    I crimini li commettono tanto gli italiani quanto gli immigrati o i Rom. Questo è il punto. Una buona legge di immigrazione deve “solo” garantire l’assorbimento degli immigrati, integrarli affinché non siano preda della criminalità. Facile a dirsi, difficilissima da attuare. Siamo d’accordo.

    Ma si sta uscendo un po’ fuori tema. Non sto dicendo di approvare o meno la cultura rom, il discorso iniziale, dopo una prima deviazione sullo sfruttamento tutto italiano dell’immigrazione che tanto critichiamo, era relativo a un provvedimento che trovo inaudito.

    Riteniamo che la nostra società possa essere migliore se ai minorenni prendiamo le impronte digitali?

    Se anche fosse, non ci vedo nulla di male, perché non andiamo a tagliare le dita ai bambini o li marchiamo a fuoco.

    Facciamolo pure, ma queste deve essere valido SIA per gli italiani SIA per i rom.

    Mi parli di anagrafe, di come gli italiani sono schedati ecc… bene, adottiamo lo stesso sistema per i Rom, allora.

    L’integrazione di cui parla Valberici e su cui mi trova concorde è raggiungibile solo se non aumentiamo il divario tra noi e le alte culture.

    Se non imponiamo la nostra cultura alle altre etnie.

    Se le consideriamo come noi e le facciamo sottostare alle nostre leggi.

    Un semplice concetto di uguaglianza, che nel 2008 ancora non è chiaro.

  22. ut an: io non ho detto che la loro cultura va estirpata, ma che parlano sempre la loro lingua è una verità assoluta, tant’è che quando parlano italiano hanno un accento così forte che li riconosci a distanza. inoltre qui si fanno corsi di lingua rom e il rappresentante dei rom della regione abruzzo qualche anno fa aveva creato, in concomitanza con le scuole, un corso sulla cultura rom.

    il fatto che loro siano una comunità chiusa, che impone le sue regole e usanze a chi entra nei loro clan tramite il matrimonio, è un dato di fatto.

    personalmente trovo che ogni culture diversa dalla nostra vada approfondita, e il vero scempio sarebbe pretendere di farli diventare dei nostri cloni. basterebbe che si attenessero alle nostre leggi per una pacifica convivenza.

    concordo con licia

  23. danny: non ci siamo capiti.

    i rom, in quanto nomadi, non hanno fissa dimora. se io entro in un paese con la mia famiglia e non mi registro, io per quel paese non esisto. ok? quindi prendere le impronte digitali è un modo per riconoscere una persona che vive, lavora (in nero dato che non ha documenti), o fa qualsiasi altra cosa nel paese che lo ospita senza esserne consapevole.

    le impronte non vanno prese solo ai bambini, anzi, prima di tutto agli adutli. perché allora prenderle anche ai bambini? perché questi, sfruttati dai genitori, delinquono. come fai ad affidarli ad un’assistente sociale o a una scuola se non sei neanche capace di dargli un nome? o, meglio come fai a sapere da chi sono sfruttati?

    noi italiani abbiamo alle spalle un’intera genealogia se la vuoi mettere così.

    e poi, tiprego, non paragonare un’impronta digitale a un marchio a fuoco, non sei stupido tu e non lo sono io, entrambi sappiamo che sono due cose imparagonabili.

  24. Ok, “estirpata” è un termine forte e me ne scuso.

    E mi scuso anche per aver criticato in toto la cultura rom.

    Purtroppo è evidente che non mi sono ancora abbastanza ravveduto. 🙁

    Però resto dell’ idea che qualunque cultura che, in qualche modo, giustifica lo sfruttamento dei bambini va quantomeno modificata.

    Se poi non è il caso dei rom….

    @Costanza: prometto che lo leggerò e ne parlerò 🙂

  25. Brava Naeel, forse (non volendo) hai capito quale è il problema, ossia che non deve esistere la clandestinità. Quella va combattuta, e di certo non si risolve prendendo le impronte ai bambini.

    Sì, se da piccolo mi avessero chiesto le impronte digitali e ai miei coetanei no, mi sarei sentito (oltre che stupido), anche marchiato a fuoco. Sai com’è, a 5 anni non ragioni come a 30.

  26. beh non pensavo ci fosse bisogno di metterla in maniera così elementare, comunque è ovvio che il problema è la clandestinità.

    quindi cosa proponiamo?

  27. allora: se l’italia ha un offerta di lavoro pari a 10 ed entrano 20 immigrati, 10 lavoreranno e potranno fare il pds.

    occupiamoci però dei restanti 10. non hanno trovato lavoro, quindi non potrebbero restare, ma le condizioni nei loro paesi di orgine sono talmente brutte che preferiscono restare qui e vivere in clandestinità. cosa possiamo fare per loro? assisterli. cioè? trovargli un lavoro? dargli una casa “a gratis”? far crescere i loro figli a famiglie benestanti? mmmhh impossibile o ingiusto.

    certo che se l’italia iniziasse a dare dei sussidi a tutti gli immigrati irregolari per regolarizzarli ci troveremmo a) pieni di clandestini b) in bancarotta.

    allora cosa si può fare? la risposta la dovrebbe trovare il governo, ma non lo fa. nel frattempo i nostri 10 immigrati sono ancora lì e devono pur mangiare, quindi la strada che gli si apre davanti è una e solo una: delinquere. (non dico che lo fanno perché gli piace eh) allora per arginare questo problema che è l’effetto e non la causa, si può iniziare dalla fine e cioè dal rendere le pene certe (per tutti, bianchi neri gialli e blu) anche se, ovvimanete, bisognerebbe tamponare il problema alla radice.

  28. Beh, io prenderei le impronte digitali a tutti, italiani e non.

    Perchè se poi alla fine è stato il vicino di casa?? 😉

    Battute idiote a parte, altra cosa che farei è fermare il flusso migratorio verso l’Italia. O almeno che si prendano tot persone per corrispondenti tot posti di lavoro, e basta.

    Se compro casa non inizio certo dalle tende, ci sono prima le cose base.

    E in Italia di cose base non ce n’è manco una.

  29. già ma per regolare i flussi migratori si devono prendere accordi con i paesi di provenienza e alcuni paesi non sono riconosciuti legalmente come il kurdistan. mentre per i rom la situazione è ancor più complessa perchè la romania non ne riconosce la cittadinanza in quanto nomadi.

  30. Dovrebbero esistere leggi a livello europeo per garantire i flussi migratori.

    Fatto sta che l’affermazione di Licia è corretta, l’Italia oggi come oggi non può assorbire questa mole di immigrati e le conseguenze sono palesi. Sfruttamento, criminalità, vita in condizioni pessime and so on.

  31. Ora la sparo: ma sta cittadinanza non si fa prima ad eliminarla??Se ne fanno di tanti tipi quanti i continenti e bona lì. Che è tutto sto casino?!La mia coinquilina che è svizzera per studiare a Bologna ne ha dovute fare di ogni…

    La burocrazia è troppa, costa tanto e rallenta tutto…no? 😛

  32. Ciao Licia,

    dunque, per il tema burocrazia italiana mi trovi d’accordo, ma qui si apre un capitolo infinito.

    Avere la cittadinanza di un paese significa, in poche parole, sottostare all’ordinamento giuridico nella totalità dei diritti civili e politici. Proprio per questo non credo sia attuabile una cittadinanza a livello di continente, perché comunque ogni stato avrebbe le sue leggi peculiari a cui i cittadini devono fare riferimento.

    In più, esiste una cosa del genere, si chiama Europa. Che a mio avviso funziona malissimo.

  33. Mah, ammetto che il problema è davvero complicato, tanto più complicato da quant’è incasinata l’Italia.

    Come mai credi funzioni male l’Europa?Te lo chiedo perchè io non è che me ne intenda…

    Per stasera, buonanotte a tutti^^

  34. Licia caspita la tua coinquilina si lamenta dell’Italia quando in Svizzera la legge cambia a seconda del cantone in cui si vive?

    il toro che dice cornuto all’asino 🙂

    se vogliamo concludere il festival del pressapochismo la buttò lì:

    io voglio essere cittadina del mondo

    puahahhahahahahhahahhaha 🙂

    buonanotte bimbi e se domani vi svegliate coi polpastrelli neri…. vuol dire che avete strofinato le dita sul template del falco…. 😉

  35. Ma veramente credo che in Svizzera siano davvero efficenti…tutto funziona benissimo, perchè hanno un’amministrazione che è un’amministrazione!E se un italiano deve andare a lavorare lì, di sicuro non ha i problemi che hanno loro per fare il contrario!

    In ogni caso per le leggi, lì le cose sono come in America…e funzionano.

    Comunque l’avevo detto che l’avrei sparata!

  36. spero si veda è il mnifesto elettorale del partito udc (estrema destra) che ha vinto le elezioni in svizzera. questo è in francese, io ero in ticino e lo vidi in italiano, per non farssi mancare nulla ci hanno tappezzto anche il cantone tedesco!

  37. il manifesto non lo vedo qui, ma l’avevo già visto prima….

    mah, non so davvero che dire…magari in svizzera delinquono solo gli stranieri! ahahah -_-”

  38. danny: sei simpaticissimo!

    licia: era per prendere due piccioni con una fava e spiegare che noi non abbiamo nulla di invidiare alla svizzera, né il sistema amministrativo (frammentario e suddiviso per cantoni), né il sistema governativo (che fa del razzismo il suo leit motiv)

    riallacciandomi così al discorso degli italiani che vanno a lavorare lì e che sono visti come le pecore nere.

    n.b. quando mio padre lavorava in svizzera in moltissimi locali erano esposti cartelli recanti la seguente dicitura: “vietato l’ingresso agli italiani

    da qui alle impronte digitali …

    p.s. il canton ticino (la parte italiana della svizzera) è considerato dal resto della confederazione come la “terronia” svizzera…

    l’america invece è ancor più complessa se non dal punto di vista amministrativo (non ne so abbastanza) di certo lo è sul piano governativo (in quanto ogni stato ha le sue leggi)

  39. oddio.. rom..bambini..etnie… europa… qui si apre un capitolo infinito!!!!

    Io sono per le impronte digitali, non fanno male a nessuno (se volete, vi lascio le mie!!!), meglio ancora sono per la registrazione all’anagrafe (oops non si può la loro cultura dice “no”), meglio ancorissima sono per togliere la patria podestà come fanno agli italiani che maltrattano i figli (oooops ma non sono italiani!!), allora che vogliamo fare???!!!

    Cambiamo le leggi europee va, uuuh ecco che si apre il capitolo infinito!!!

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